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Il Papa ai vescovi italiani: "La riforma matrimoniale è ancora lontana dall'essere applicata"

Il processo per la dichiarazione di nullità delle nozze è stato riformato nel 2015

Il Papa ai vescovi italiani:
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"Mi rammarico di constatare che la riforma, dopo più di quattro anni, rimane ben lontana dall'essere applicata in gran parte delle diocesi italiane".

Lo ha detto Papa Francesco ai vescovi italiani riuniti in assemblea, ricordando che la sua riforma del regime amministrativo dei tribunali ecclesiastici per snellire le procedure per ottenere la nullità del matrimonio e renderle gratuite risale al 2015.

La riforma del 2015 - Il processo per la dichiarazione di nullità del matrimonio è stato riformato nel 2015, dalla stessa assemblea della Cei e da Papa Francesco, che vi ha dedicato due lettere apostoliche, la Mitis Iudex Dominus Iesus e la Mitis et Misericors Iesu. Sono stati introdotti tre tipi di processi (Ordinario, "breviore" e documentale). Tra le novità c'è la possibilità di ammettere due giudici laici nel collegio giudicante, anche se il tribunale deve essere presieduto da un chierico.

Esigenza di snellire le procedure - Papa Francesco ha ricordato che "l'esigenza di snellire le procedure ha condotto a semplificare il processo ordinario con l'abolizione della doppia decisione conforme obbligatoria: da ora in poi, se non c'è appello nei tempi previsti la sentenza che dichiara la nullità del matrimonio diventa esecutiva". L'altro tipo di processo, quello "breviore", si prevede quando "l'accusata nullità è sostenuta dalla domanda congiunta dei coniugi, da argomenti evidenti", con "prove della nullità di rapida dimostrazione": in questo caso, "la decisione finale di dichiarazione della nullità appartiene al vescovo stesso". "Sia il processo ordinario che quello "breviore" - ha proseguito - sono comunque processi di natura prettamente giudiziaria, il che significa che la nullità del matrimonio potrà essere pronunciata solo quando si consegue la certezza morale sulla base degli atti e delle prove raccolte".

Il ruolo del vescovo - In ogni caso, il processo "breviore" "ha introdotto una tipologia nuova: la possibilità di rivolgersi al vescovo e questo poiché la dimensione pastorale del vescovo comprende ed esige anche la sua funzione personale di giudice". Il Papa ha spiegato quindi che "il vescovo e il metropolita, con atto amministrativo, devono procedere all'erezione del tribunale diocesano, se ancora non sia stato costituito, e nel caso di difficoltà possano anche accedere a un tribunale diocesano o interdiocesano viciniore. Questo è importante".

La gratuità - "Questa riforma processuale - ha continuato - è basata sulla prossimità e sulla gratuità. Prossimità alle famiglie ferite significa che il giudizio, per quanto possibile, si celebri nella chiesa diocesana senza indugio e senza inutili prolungamenti. Gratuità rimanda al mandato evangelico secondo il quale gratuitamente si è ricevuto e gratuitamente si deve dare. Per cui richiede che la pronunzia ecclesiastica di nullità non equivalga ad un elevato costo che le persone disagiate che non riescono a sostenere. E' molto importante".

La Chiesa ha a cuore il bene dei propri figli - Il Pontefice ha poi sottolineato che l'intento è "mostrare che la Chiesa è madre e ha a cuore il bene dei propri figli che in questo caso sono quelli segnati dalla ferita dell'amore spezzato. E pertanto tutti gli operatori del tribunale, ciascuno per la sua parte e la sua competenza, devono agire perché questo si realizzi, e di conseguenza non anteporre null'altro che possa impedire o rallentare l'applicazione della riforma, di qualsiasi natura o interesse possa trattarsi". "Non permettiamo che gli interessi economici di qualche avvocato e la paura di perdere potere di qualche vicario giudiziario freni o ritardi la riforma", ha concluso.