IL CASO

Hostess morta a Vienna, la mamma: "A mia figlia è stata tolta la possibilità di uscire viva da quella casa"

"Aurora non era passiva, Aurora stava lottando", afferma Giada Cucina durante il collegamento con "Morning News"

01 Set 2025 - 11:55
 © Da video

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Continuano a non credere all'ipotesi del suicidio i parenti di Aurora Maniscalco, la hostess palermitana di 24 anni morta a Vienna lo scorso giugno dopo essere precipitata dal terzo piano del palazzo in cui viveva con il fidanzato.

Dopo le indagini condotte dalla polizia, la magistratura austriaca aveva considerato la morte della giovane come un gesto volontario o come un incidente, decidendo così di non aprire un'indagine e assecondando la versione del fidanzato di Aurora, il quale aveva parlato di suicidio dopo un acceso litigio. Al contrario, la Procura di Palermo ha aperto un fascicolo, iscrivendo nel registro degli indagati il fidanzato per istigazione al suicidio.

Lunedì 1 settembre la trasmissione "Morning News" è tornata a occuparsi del caso, provando a ricostruire la vicenda e raccogliendo la testimonianza della mamma della vittima, Giada Cucina.

"Più testimoni hanno parlato di una violenta lite avvenuta prima della caduta di Aurora. Hanno detto che Aurora urlava, piangeva, ciò significa che stava lottando per difendersi, per far valere le sue ragioni -, spiega la donna durante il collegamento con "Morning News" - Quale persona che ha intenzione di uccidersi, di togliersi la vita, lotta per se stessa, reagisce di fronte a quello che sta subendo? Chi vuole uccidersi non ha alcuna motivazione nel lottare per nulla, perché ha già deciso. Aurora non era passiva, Aurora stava lottando".

Quindi, prosegue: "Per quanto mi riguarda, a mia figlia è stata tolta la possibilità di uscire viva da quella casa. Mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, perché io ne sono certa Forse le era già stato anche tolto il telefonino tra le mani: lei all'ultimo messaggio che le ho mandato, alle 8 di sera, non ha risposto. Non mi sono preoccupata lì per lì perché ci eravamo sentite poco prima e ho pensato che fosse uscita. Come potevo immaginare quello che sarebbe accaduto dopo?".

La mamma di Aurora si sofferma quindi su eventuali episodi di violenza, raccontando di aver notato in più occasioni segni e lividi sul corpo della figlia: "Ho provato a chiedere spiegazioni e lei cercava sempre di proteggerlo, diceva di aver sbattuto. Io non ci credevo, infatti ero molto preoccupata, angosciata, specialmente nel corso dell'ultimo anno: è stato un susseguirsi di episodi, io ero sempre più preoccupata per questa relazione".

Mentre a proposito del fidanzato di Aurora, commenta: "Sulla personalità di questo ragazzo ho potuto farmi un'idea nel corso degli anni perché ovviamente ha frequentato la mia casa. All'apparenza risulta un ragazzo educato, pacato, controllato. In lui, però, non ho mai visto spontaneità. Per quello che ho potuto capire è un calcolatore, abile nel manipolare, nel prevaricare, nel portare persone e situazioni a suo vantaggio, nel raggirare sempre le cose e non assumersi la responsabilità. E al momento opportuno vittimizzarsi, incolpare gli altri, abile nel destabilizzare. Volgarmente detto vampiro emotivo".

"Quando siamo andati noi a Vienna e lui era in ospedale aveva il telefono di Aurora con sé. Era più attento al telefonino che a tutto il resto", aggiunge ancora, sospettando che al momento dell'incidente Aurora non avesse il cellulare con sé.

Infine, Giada Cucina esclude che la figlia facesse uso di droghe, testimonianza che trova riscontro nei risultati dagli esami tossicologici: "Non penso proprio che avesse problemi di droga, anche perché non avrebbe nemmeno potuto lavorare come assistente di volo".

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