MISTERO SULLA FINE DI MAURIZIO REBUZZINI

Fotografo morto a Milano, il racconto del figlio: "Ho tentato di salvarlo, non credo che qualcuno possa averlo ucciso"

Gli inquirenti cercano riscontri al racconto del 44enne. Padre e figlio lavoravano insieme. Spunta negli archivi delle forze dell'ordine una lite tra i due nel 2019

19 Set 2025 - 15:25

Non rispondeva al telefono e per questo il figlio di Maurizio Rebuzzini, il fotografo morto a Milano, ha raggiunto il suo studio in via Zuretti, a pochi passi dalla Stazione Centrale, mercoledì alle 18:42. "La porta dell'ufficio era aperta - racconta Filippo, 44 anni -. Ho provato a fargli il massaggio cardiaco, poi mi ha aiutato un vicino". All'arrivo dei soccorsi non c'era più nulla da fare: inutile il trasporto in ospedale, il 74enne è morto poco dopo e gli agenti intervenuti hanno notato sul corpo segni che potrebbero far pensare a uno strangolamento. Il figlio: "Gli volevano tutti bene, non credo che qualcuno volesse fargli del male". 

Il racconto del figlio Filippo

 "Sono corso lì perché non mi rispondeva al telefono", dice il figlio, secondo quanto scrive "Repubblica". Dopo l'apertura di un fascicolo d'indagine per omicidio, gli investigatori coordinati dalla pm Maria Cristina Ria cercano riscontri al racconto di Filippo, al quale è stato sequestrato il cellulare. Si attendono infatti i tabulati telefonici per verificare se e quando il 44enne abbia cercato il padre. 

Milano, critico fotografico Maurizio Rebuzzini trovato in fin di vita dal figlio e morto in ospedale: ipotesi omicidio

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"Non credo che qualcuno gli volesse male"

  I due lavoravano insieme e alle forze dell'ordine risulta una violenta lite tra padre e figlio nel 2019: sembra che il diverbio non abbia avuto conseguenze legali. Filippo assicura che nello studio tutto era in ordine: "Il suo telefono era sulla scrivania, non mancava niente". E sull'ipotesi che qualcuno possa averlo ucciso: "Mio padre era una persona buona, gli volevano tutti bene, non era uno che litigava. Conoscendolo, è remotissima la possibilità che qualcuno possa avergli fatto del male. La fotografia era la sua vita e lui ha sempre operato con una grande etica e professionalità". 

Lo studio pieno di libri e di macchine fotografiche

 Un giudizio, quello del figlio, confermato da chi frequenta il bar dove il fotografo andava spesso. "Era un uomo piacevolissimo - dicono di lui i clienti -, quando veniva a prendere il caffè era un piacere chiacchierare con lui, era una persona estremamente colta, sempre con il suo sigaro". Rebuzzini aveva uno spazio al piano terra del palazzo, dove conservava migliaia di libri, riviste, macchine fotografiche. 

Mistero da chiarire

 Gli inquirenti hanno ascoltato anche la ex moglie del fotografo e visioneranno ora le immagini delle telecamere della zona, che potrebbero aver ripreso chi è entrato e uscito dal palazzo, in cui ci sono lavori in corso. Mercoledì un residente, nella chat del condominio, ha scritto di aver sentito delle grida, che però sarebbero legate a richieste d'aiuto di un altro episodio. Il mistero resta fitto intorno alla fine di questo 74enne: i riscontri sul cadavere sembrano convergere verso un'ipotesi di omicidio tutta da chiarire. 

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