è bufera politica

Fiocco arcobaleno al Comune di Padova per la nascita del figlio, l'assessora neomamma: "Dispiaciuti per l'odio"

Alla base della scelta dell'esponente politica la volontà che a decidere il genere sia lo stesso primogenito. E' polemica ma lei si difende

27 Ago 2025 - 16:18
 © Tgcom24

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Sarà il figlio a scegliere il suo genere. Per questo al classico fiocco azzurro, la madre ha appeso quello arcobaleno. Lei è l'assessore al Sociale del Comune di Padova, Margherita Colonnello. La porta alla quale ha attaccato il fiocco è quella del suo ufficio, a Palazzo di città. E alla conseguente polemica non ci sta. "Nostro figlio non ha ancora due settimane. Non avremmo immaginato di dover impiegare questo tempo prezioso sommersi da una polemica nazionale sulla nostra famiglia. I leoni da tastiera si sono scatenati sulla base di una dichiarazione non riportata correttamente, riempiendoci di odio". Questo lo sfogo in un post su Facebook.

"Dispiaciuti per l'odio"

 "La 'bestia' - prosegue Colonnello - ha preso il nostro discorso al Pride di Padova, pronunciato 3 mesi fa, e lo ha distorto, rendendolo macchiettistico e un contenuto facile da condividere per alimentare violenza verbale. Il nostro discorso al Pride, che chiunque può riascoltare, è stato pensato e pronunciato contro gli stereotipi di genere che ancora oggi influenzano la nostra società, generando odio e discriminazione".

"Ci siamo sentiti di augurare pubblicamente a nostro figlio - continua - di scegliere l'arcobaleno come simbolo di amore e pace in un mondo che distorce la bellezza e la varietà della vita al solo bianco e nero. Non gli abbiamo chiesto di decidere se essere maschio o femmina. Gli abbiamo promesso, in una società ancora troppo impaurita, che saremo sempre al suo fianco, qualsiasi cosa deciderà per la sua vita e chiunque deciderà di essere. Questo per noi vuol dire amore di genitori".

"Speriamo - conclude l'assessore - che chi si erge a 'difensore della famiglia' possa avere rispetto della nostra tranquillità in giorni così intensi e bellissimi. Giorni che vorremmo trascorrere solo in compagnia di nostro figlio, senza doverci difendere dagli attacchi della destra. Ringraziamo chi ci sta dimostrando solidarietà e sostegno".

La vicenda

 Né rosa né azzurri, ma fiocchi arcobaleno per la nascita di Aronne, il figlio di Margherita Colonnello, assessora al Sociale del Comune di Padova, del Partito Democratico. Il gesto era stato preannunciato dalla stessa amministratrice a fine maggio, sul palco del Padova Pride, quando ancora non conosceva il sesso del nascituro: "Ti regalerò un fiocco arcobaleno - aveva detto - perché i colori sono tutti bellissimi. E poi sceglierai tu: sarà il rosa, sarà il blu, o il verde, il rosso o il giallo". Così sulla porta del suo ufficio sono apparsi alcuni giorni fa cinque fiocchi arcobaleno.

La polemica

 La notizia dei fiocchi arcobaleno appesi alla porta dell'ufficio dell'assessora per celebrare la nascita del figlio, rilanciata dalla stampa locale, non ha tardato a sollevare polemiche, soprattutto via social, tra chi ha condannato il gesto e chi invece ha espresso apprezzamento.

La scelta è stata criticata per prima dalla consigliera comunale Eleonora Mosco, della Lega, secondo cui il bimbo è stato "trasformato, appena nato, in un manifesto ideologico. La natura non è un catalogo: si nasce maschio o femmina, punto. Difendere i bambini significa proteggerli dalla confusione che certa sinistra vuole imporre, negando buonsenso e realtà". "Congratulazioni e auguri a mamma, papà e al bimbo! Ma era proprio necessario tutto questo?", ha poi scritto sui social il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, riferendosi al caso.
 

"Alla nascita siamo maschi o femmine. Punto. È la biologia a deciderlo: negarlo è come sostenere che la terra è piatta. Nessuno vuole mettere in discussione i diritti della comunità Lgbtq, ma posizioni come quella dell'assessore di Padova, che ha affisso il fiocco arcobaleno, rischiano di rappresentare una deriva estremista che può portare all'effetto opposto, mettendo in pericolo anche proprio quei diritti che si vorrebbero difendere. L'esempio degli Stati Uniti non ha insegnato nulla a questi paladini dei diritti". Così Mariastella Gelmini, senatrice di Noi moderati.

"No, cara Signora. Si nasce maschi o si nasce femmine, e la sua ideologia non potrà mai cancellare queste differenze. Lei è una politica di sinistra e ha deciso di gestire la sua gravidanza come un fatto pubblico. Oggi, con la nascita di suo figlio, ha scelto di portare avanti la sua battaglia politica, strumentalizzando un neonato a fini propagandistici. Auguro a suo figlio ogni bene, soprattutto di crescere in maniera sana ed equilibrata. I bambini sono soggetti fragili, hanno bisogno di certezze, di punti fermi, non di una madre che gli dica che può sentirsi maschio e femmina. Dire che suo figlio si costruirà da solo la propria identità rappresenta la follia ideologica e il fallimento educativo. Si può, e si deve, educare al rispetto senza snaturare un essere umano; si può educare un figlio senza prevaricarlo con la propria ideologia. Lei mi fa paura. Augura a suo figlio di non crescere omofobo; io gli auguro di non crescere confuso, privo di identità e libero. Libero da quell'ideologia gender che la madre, esternandola al mondo per fini politici, ha voluto sperimentare sul sangue del suo sangue". Così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione rivolgendosi all'assessora padovana.

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