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Femminicidio nel Trapanese, "Non sei sola": il messaggio di Marisa nel 2019 contro la violenza sulle donne

Un'amica: "Aveva paura, anche se non pensava certamente a un epilogo del genere. Temeva più per la sua bambina, ogni volta che la lasciava col padre era in preda all'ansia"

"Non sei sola".

Sono le parole che Marisa Leo, la 39enne uccisa mercoledì sera nel Trapanese dall'ex compagno Angelo Reina, aveva affidato a un videomessaggio dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. Il filmato era stato pubblicato sui social dell'associazione "Le Donne del Vino" a novembre 2019 e repostato dalla stessa Marisa. Nello stesso anno, Leo aveva pubblicato su Facebook anche un post in occasione dell'8 marzo, scrivendo: "La parità non esiste ancora, il nemico più grande rimane il pregiudizio inconsapevole di tanti uomini, il pericolo maggiore è la mancanza di consapevolezza di molte donne. Ma non sarà così per sempre, una rivoluzione culturale è in atto".

 

Il post contro la violenza sulle donne - "È un miracolo. Una forza così piccola, ma così dirompente è una vita che cresce al ritmo di due cuori che battono insieme. Donna, mamma, tu lavori, tu progetti, tu crei e sei fantastica per come lo fai. Tu cadi, ti rialzi, piangi ma non molli, e sei perfetta così come sei. Donna, mamma, Tu, non sei sola": queste le parole pronunciate da Marisa nel video. La donna, al momento del filmato, era incinta della figlia. Il testo è accompagnato dagli hashtag #UNwomen #EliminationOfViolence #GenderEquality #donnedelvinocontrolaviolenza.

 

Gli altri post - "Questo pensiero è dedicato alle donne coraggiose che conosco e che sono fonte di ispirazione per me. Donne che non hanno scelto la via più facile e che si impegnano con tenacia ogni giorno per raggiungere obiettivi, che lottano senza perdere mai il rispetto del proprio essere donna. Sono quel tipo di donne che affrontano le sfide a testa alta, che non ti raccontano lamenti e fatica, che nonostante tutto indossano ogni giorno il loro sorriso più bello e riescono a godere con gratitudine della gioia dei momenti. Loro arricchiscono questo mondo con la bellezza dei loro esempi di vita. 'Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per venire giudicate brave la metà'. È vero. Grazie alle donne che mi ispirano ogni giorno. Empowered women, empower other women", è il post scritto da Marisa in occasione del'8 marzo.

 

"Dio benedica gli uomini che sanno quello che vogliono, che non si fermano a un tuo 'no'. Quelli sfacciati, che non ti chiedono il permesso, ma ti rubano un bacio attaccandoti al muro. Dio benedica gli uomini che corteggiano le donne con pazienza, eleganza e virilità. Quelli che non si nascondono dietro la saga infinita delle emoticon e, al contrario, parlano chiaro. Quelli che se ti devono dire qualcosa, lo fanno fissandoti negli occhi. Quelli che ancora comprano fiori e aprono lo sportello della macchina" è quanto pubblicava, invece, Leo nel 2016.

 

Un testo noto su Internet, senza un autore, che Marisa aveva deciso di condividere. La donna elogiava gli uomini "che sanno rallentare per godersi meglio i dettagli. Quelli che non ti chiedono 'dove vai?', ma vogliono sapere 'dove sei?'. Quelli che mantengono ciò che promettono e promettono solo ciò che possono mantenere. Quelli che non si vergognano a dire 'mi manchi'. Quelli che hanno la capacità di mettersi in gioco e cambiare, ogni giorno, rimanendo in qualche modo fedeli a se stessi. Dio benedica gli uomini che scelgono le donne. Quelle vere, che sanno ancora arrossire".

 

Fotogallery - Chi era Marisa Leo, uccisa dall'ex

Marisa Leo, 39 anni, originaria di Salemi (Trapani), lavorava presso le cantine "Colomba Bianca" dove si occupava di marketing. È stata uccisa dall'ex con tre colpi di pistola all'addome. Lascia una figlia di tre anni. La donna aveva denunciato l'uomo nel 2020.

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La collega di Marisa: "Aveva paura" - "Marisa aveva paura, anche se non pensava certamente a un epilogo del genere. Temeva più per la sua bambina, ogni volta che la lasciava col padre era in preda all'ansia". Lo racconta Roberta Urso, delegata per la Sicilia dell'Associazione Donne del Vino, amica e collega di Marisa. "Mercoledì pomeriggio alle 5 eravamo in una call per programmare un evento proprio contro la violenza sulle donne", racconta. "Poi lui l'ha chiamata. Non capisco perché sia uscita. Io l'ho conosciuta quando era incinta e già la relazione non c'era più: lei ha cresciuto la bambina da sola, ma non le ha voluto negare un padre. La bimba lo vedeva ma era evidente che Marisa non fosse tranquilla. Non perché lui fosse violento, anzi mi raccontava che era affettuoso con la piccola, ma non era comunque tranquilla. Come ha potuto farle questo? Non è degno di essere definito padre perché ha lasciato una bambina sola al mondo".

 

Sull'account di Instagram, l'Associazione Donne del Vino ha postato una foto di Marisa con la frase: "La mia essenza non è merce di scambio". "È una sua frase", spiega Urso. Marisa "non voleva che altre donne si ritrovassero accanto a uomini sbagliati, per questo aveva inventato il format che noi Donne del Vino Sicilia portavamo avanti, 'Calici di vita' contro la violenza sulle donne. Era una persona solare, sempre sorridente, estremamente intelligente. Lei guardava avanti", prosegue. "Era luce e lui l'ha spenta per sempre", conclude.

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