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Emilia, a Ravalle arrivano 35 migranti e nel paesino leghista monta la protesta

Eʼ bastata la comunicazione della prefettura per scatenare la mobilitazione. Il vescovo: "Non abbandoniamoli, è unʼopportunità"

Emilia, a Ravalle arrivano 35 migranti e nel paesino leghista monta la protesta - foto 1
Ansa

A Ravalle, frazione di 360 abitanti della provincia di Ferrara amministrata dalla Lega, in una zona in cui il partito di Salvini ha raggiunto punte del 70% dei voti, la notizia dell'arrivo di 35 richiedenti asilo ha scatenato quasi una rivolta dei cittadini, scesi in strada con tanto di striscioni: "Faremo le barricate contro i migranti.

Abbiamo votato Lega ma il Carroccio non ci aiuta", dicono in coro, in un'intervista a Repubblica.

Succede sull'argine destro del Po, a 10 km dal capoluogo. E' bastato l'annuncio della prefettura in cui si comunicava l'arrivo di 35 richiedenti asilo a mettere in subbuglio una comunità intera che, dopo aver votato in grande maggioranza Lega alle comunali, tutto si aspettava tranne una notizia del genere.

 

Gli abitanti sono scesi in strada per protestare contro il Carroccio, rappresentato dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri eletto con la Lega proprio nel giugno scorso e hanno sventolato cartelloni di protesta di ogni tipo: "Il Po mormorò non c'è integrazione, ma solo speculazione" - si legge - e "Ravalle uguale a Gorino". Perché Gorino, frazione confinante, infatti era stata protagonista della stessa protesta nel 2016: tutti erano scesi in piazza a manifestare per l'arrivo di 12 extracomunitari e il prefetto dovette spedirli altrove. Una protesta che si era allargata anche ad altre frazioni ferraresi.

 


L'unica voce fuori dal coro sembra essere quella del vescovo di Ferrara monsignor Perego: "Quei migranti sono un'opportunità per la comunità, non abbandoniamoli", ha dichiarato il responsabile della diocesi. Secondo quanto riporta Repubblica, il sindaco Fabbri si dice tranquillo, non condanna esplicitamente le barricate ma invita alla prudenza. "Si può protestare - dice - ma niente atti violenti". Il vicesindaco Nicola Lodi, invece, è sicuro che quei 35 profughi, tutti giovanissimi, non si fermeranno a Ravalle ma saranno trasferiti in altre regioni.

 

In via Bellerio c'è preoccupazione per il rischio di perdere una parte importante dell'elettorato leghista in vista delle prossime regionali in Emilia, a gennaio. Non solo a Ravalle la coalizione di Salvini ha raggiunto il 70% ma anche in altre zone confinanti come Casaglia e Porporana. E molti cittadini si dichiarano profondamente delusi dalla posizione leghista a Ferrara, alcuni confessano di aver già restituito la tessera di partito

 

A Ravalle - dove con l'arrivo dei 35 richiedenti asilo la percentuale di extracomunitari sarebbe pari circa al 10% dei residenti - non c'è un bar, non ci sono farmacie e a fine mese potrebbe mancare anche il medico. Per questo motivo gli abitanti si chiedono: "Che integrazione possiamo garantire se stiamo perdendo tutto?". Altri lamentano di temere per la sicurezza e accusano anche il sindaco Fabbri di "aver saputo dell'arrivo dei migranti già in campagna elettorale ma di non aver detto nulla".

 

Intanto domenica a Ferrara è prevista la visita del leader della Lega Matteo Salvini, proprio in vista delle elezioni regionali. In molti scommettono su un'altra energica manifestazione di protesta a Ravalle. Insomma, il caso del piccolo paesino a trazione leghista, ex fortino storico della sinistra per 70 anni, sta diventando un caso sociale, politico e  nazionale con ripercussioni molto più ampie.

 

 

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