Il risultato rovescia quanto aveva stabilito il genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d'Appello bis che undici anni fa condannò Stasi
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Il Dna rilevato sulle unghie di Chiara Poggi sarebbe compatibile con quello di Andrea Sempio. È quanto emerge dalle anticipazioni dell'analisi biostatistica elaborata dalla genetista Denise Albani, specialista del gabinetto di polizia scientifica nominata dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell’incidente probatorio. La perita ha indicato una "piena concordanza" tra l’aplotipo Y individuato nel 2007 e la linea paterna dell’indagato, un profilo condiviso soltanto da un numero molto ristretto di persone, limitato ai familiari maschi.
Come riportato dal Corriere della Sera, Repubblica e Messaggero, la comunicazione preliminare di Albani è stata trasmessa mercoledì in tarda mattinata tramite posta elettronica certificata ai consulenti delle parti e alla procura. L'esito, sul piano logico investigativo, conduce direttamente a Sempio, trentottenne e amico d’infanzia di Marco Poggi, fratello della vittima. La valutazione sarà formalizzata nella perizia definitiva che verrà depositata a inizio dicembre e discussa nell’udienza fissata a Pavia il 18.
Sono risultati "non particolarmente forti" a livello statistico su un Dna "degradato, parziale, misto e non consolidato", oltre al tema del possibile "trasferimento" da un oggetto di quel profilo genetico, presente non da "contatto diretto". È così che, da quanto si è saputo, la difesa di Andrea Sempio, coi consulenti Armando Palmegiani e Marina Baldi, nominati dai legali Angela Taccia e Liborio Cataliotti, valuta i dati della relazione biostatistica della perita Denise Albani nell'incidente probatorio sul caso Garlasco.
Dello stesso parere è la valutazione dei consulenti della famiglia Poggi. Un risultato, hanno fatto sapere quando è "in condizioni di criticità e non è consolidato" - perché il perito Francesco De Stefano nell'appello bis a carico di Alberto Stasi "l'ha ripetuto e non ha avuto lo stesso esito" - non è un "dato scientifico attendibile". Se nel 2014 quel materiale genetico, trovato sulle unghie di Chiara, dopo le analisi fu dichiarato "non consolidato" e non comparabile, quei dati documentali parziali non possono essere usati per una valutazione biostatistica, come fatto dalla perita nell'incidente probatorio, perché non hanno validità "scientifica" e sono "nulli".
La nuova conclusione si discosta dalle risultanze del genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis che undici anni fa portò alla condanna di Alberto Stasi. De Stefano aveva esaminato la stessa traccia genetica definendola "non consolidata", posizione che contribuì alla prima richiesta di archiviazione dell’indagine su Sempio nel 2017 da parte dell’allora procuratore aggiunto Mario Venditti, oggi indagato per corruzione in atti giudiziari.
Gli approfondimenti della perita Albani hanno inoltre accertato che i campioni utilizzati nella precedente analisi non erano omogenei. La genetista ha spiegato che "nella sessione a 5 microlitri emerge un aplotipo parziale misto per un totale di dodici" marcatori. Ha aggiunto che "l'aplotipo non è di per sé identificativo, quindi è un cromosoma Y, viene condiviso da tutti i soggetti imparentati in linea paterna, per cui non si può attribuire univocamente a una sola persona", parlando di "un contesto familiare di appartenenza". Albani ha anche chiarito che "i profili ottenuti sono dei profili non completi". Nonostante questi elementi, le verifiche sono state ritenute sufficienti per definire la "piena concordanza" indicata nella relazione anticipatoria.
Il 18 dicembre le parti discuteranno in udienza le possibili modalità con cui quella traccia genetica sia finita sulle mani di Chiara Poggi: se tramite contatto diretto durante il delitto del 13 agosto 2007 oppure attraverso un trasferimento indiretto da un oggetto maneggiato da Sempio in momenti precedenti in cui frequentò l’abitazione della famiglia Poggi.