Speciale Il delitto di Garlasco
Parla l'avvocato

Delitto Garlasco, il difensore di Sempio: "Nordio ha ragione e Stasi è innocente"

L'avvocato dell'indagato nutre dubbi sulla riapertura del caso Chiara Poggi: Lovati rilancia l'innocenza di Stasi e ipotizza una rete criminale dietro l’omicidio

26 Mag 2025 - 22:34

L'avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi, ha detto di condividere le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Riferendosi ad Alberto Stasi, il Guardasigilli aveva detto che è "irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna senza rifare l'intero processo". Lovati si dice d'accordo "anche perché, secondo me, come ho già detto tante volte, Stasi è innocente".

"Stasi? È innocente. E il movente va cercato altrove, forse in ambienti oscuri", ribadisce l'avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio – attualmente indagato nell’ambito della riapertura del caso sull’omicidio di Chiara Poggi –. Lovati rilancia la sua posizione: "Condivido le parole del ministro Nordio. Non è logico arrivare a una condanna dopo una o due assoluzioni senza rifare l’intero processo". Secondo il penalista, già da tempo convinto dell’estraneità di Alberto Stasi, il vero movente sarebbe da ricercare in una “organizzazione criminale” coinvolta in “reati sessuali e pedofilia”.

"Un’indagine opaca e mediatica"

 Lovati critica anche il percorso investigativo attuale: "Sempio è stato coinvolto senza un motivo chiaro. Forse col tempo si capirà perché. Ma al momento sembra solo una costruzione fatta per la tv, senza basi concrete. Le rivelazioni si sgonfiano come bolle di sapone. Tutta acqua fresca".

La difesa prepara la controperizia sull’impronta

 Intanto, il team legale, composto anche dall’avvocata Angela Taccia, è al lavoro per esaminare autonomamente il materiale probatorio. Al centro dell’analisi c’è la cosiddetta “papillare 33”, l’impronta trovata sul muro delle scale vicino al corpo di Chiara e attribuita dagli esperti della Procura a Sempio. Il consulente della difesa, Luciano Garofano, è impegnato nella selezione di dattiloscopisti per una controperizia. Impronta su cui verte un nuovo giallo dato che il campione di intonaco potrebbe essere sparito dagli archivi.

Le impronte nel mirino: 78 frammenti e una nuova attribuzione

 Secondo la relazione tecnica stilata dagli specialisti del Ris per la Procura di Pavia – Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli – sono state identificate otto impronte utili su un totale di 78 rilevate. Fra queste, una risulta compatibile con il palmo destro di Sempio, lasciata su una parete della scala che conduce al seminterrato, dove fu trovato il corpo della vittima. La corrispondenza è stata stabilita grazie a 15 minuzie dattiloscopiche.

Questa impronta, ritenuta inizialmente “non utile” in una vecchia relazione del Ris, è diventata ora elemento centrale dell’indagine. Un'altra impronta, quella sul cartone delle pizze condivise da Chiara e Stasi la sera prima dell’omicidio, è stata attribuita al dito mignolo sinistro di quest’ultimo. Altre tracce, tra cui alcune trovate sulla porta del tinello, sono risultate appartenere a un falegname che lavorava in casa in quel periodo. Undici impronte restano senza identità, tra cui la numero 10, potenzialmente lasciata dal killer durante la fuga. I Ris precisano che non appartiene né a Stasi né a Sempio, né ad altri soggetti finora coinvolti.

La difesa potrà ora controanalizzare le conclusioni della Procura e chiedere eventualmente una perizia terza davanti al giudice, come già avviene per le tracce genetiche.

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