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Covid, la Pfizer ritarda ancora le consegne delle dosi di vaccino

Zona rossa in Lombardia, lʼira di Fontana: "Ricorso contro il Dpcm". Letizia Moratti: "Ripartire i vaccini in base al Pil regionale". Speranza: "Non conta la ricchezza del territorio"

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Ansa

Ancora un cambio di programma deciso unilateralmente da Pfizer nella consegna dei vaccini destinati all'Italia: la casa farmaceutica statunitense ha consegnato lunedì nel nostro Paese circa 103mila dosi delle 397mila previste per questa settimana, dopo il taglio di 165mila deciso venerdì. Martedì ne arriveranno solo 53.820 e solo mercoledì le restanti 241mila. Il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri: "Incredibile ritardo".

La Pfizer ha spiegato che il ritardo è dovuto al nuovo piano di distribuzione per le prossime settimane. Per far fronte alla nuova situazione martedì ci sarà una riunione tra Arcuri e le Regioni, che hanno già scritto al commissario chiedendo in intervento, e una delle ipotesi sul tavolo è quella di mettere a punto una sorta di "meccanismo di solidarietà" in base al quale chi ha più dosi nei magazzini le cederebbe alle Regioni che ne hanno meno e devono fare i richiami. 

 

 

Fontana: "Ricorso contro il Dpcm" Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha annunciato la presentazione del ricorso al Tar contro il Dpcm che colloca la Regione in zona rossa. "Sono convinto che l'interpretazione più corretta dei parametri dovrà produrre che la Lombardia non si trovi in zona rossa ma zona arancione". Secondo Fontana, il problema è che il Dpcm dà maggiore peso all'andamento dell'Rt e non all'incidenza dei casi sul territorio. "L'Rt è un parametro che è strutturalmente in ritardo, nel caso specifico ci si riferisce alla settimana dal 23 al 30 di dicembre. L'incidenza è un parametro molto più aggiornato e aderente alla realtà", ha sottolineato Fontana. 

 

 

Moratti: "Ripartizione anche in base a Pil Regione" Ha fatto però discutere la proposta del neoassessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, che ha chiesto il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid con una lettera al commissario Arcuri. Dopo le polemiche, sono arrivate le precisazioni. "

 

Il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi non è legato al concetto di "ricchezza", bensì alla richiesta di una "accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese", hanno poi precisato dall'assessorato al Welfare. "Il concetto - hanno sottolineato - non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche ma se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell'intero Paese". 

 

Speranza: "Il vaccino è un diritto, non conta la ricchezza del territorio" "Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più", ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza. 

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