© Ansa
© Ansa
In terapia intensiva sono finiti due 17enni, due donne di 40 anni e altre tre persone. Il primario: "Siamo in attesa di sette fiale di siero antitossina"
© Ansa
© Ansa
Una persona è morta e altre nove sono ricoverate a Cosenza in terapia intensiva per intossicazione alimentare da sospetto botulino. Tra queste due 17enni, che hanno iniziato a sentirsi male dopo aver mangiato un panino con salsiccia e broccoli da un venditore ambulante di Diamante, località turistica sul litorale tirrenico cosentino, due donne di 40 anni e altre tre persone di età inferiore ai 40 anni. La persona deceduta è un 52enne campano. Si temono altri casi: dalla stessa area geografica sono infatti stati segnalati altri casi sospetti che presentano sintomi simili a quelli dei ricoverati. In arrivo sette fiale di siero anti-botulino da Roma.
Luigi Di Sarno, la vittima, si è sentito male nei pressi di Lagonegro (Potenza) mentre stava tornando a Napoli dopo aver mangiato un panino con salsiccia e cime di rapa a Diamante (Cosenza), acquistato al I suoi familiari hanno chiamato i soccorsi ma l'uomo è morto poco prima di arrivare nell'ospedale San Giovanni della città lucana. Il cadavere dell'uomo si trova nell'obitorio dello stesso ospedale, in attesa che venga disposta l'autopsia.
I due 17enni ricoverati in Calabria erano stati soccorsi dopo essersi sentiti male. Al momento non ci sono conferme di un'intossicazione da botulino, ma i medici hanno avviato i protocolli previsti in questi casi, sulla base delle notizie fornite dai familiari: i due ragazzi, dopo aver mangiato il panino, hanno infatti detto di avere la vista annebbiata e il vomito, e questo ha subito indotto i medici a ipotizzare che la causa fosse il botulino.
L'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha subito avviato un'indagine epidemiologica: sono stati prelevati campioni di cibo all'interno del food truck parcheggiato a Diamante, il luogo dove è stato acquistato il cibo. "Da Roma l'eliambulanza ci porterà altre sette fiale di siero immune antitossina botulinica - ha detto il primario di Terapia intensiva, Andrea Bruni -: una da iniettare e sei di scorta, grazie alla disponibilità e alla celerità del direttore del Centro Antiveleni IRCCS Maugeri Pavia, Carlo Locatelli".
"Non abbiamo evidenze che diano conto della riconducibilità dell'intossicazione al commerciante che lavora sul territorio di Diamante, al momento individuato come tale solo sulla base delle dichiarazioni dei pazienti - dice il sindaco di Diamante, Achille Ordine, commentando i ricoveri - e siamo in attesa degli esiti dei controlli effettuati da parte dell'Asp".
Intanto, il sindaco assicura la sua "solidarietà e vicinanza alle famiglie dei pazienti, per i quali immaginiamo siano ore di apprensione. Non abbiamo preso provvedimenti ma abbiamo chiesto all'Asp di essere prontamente aggiornati sugli esiti delle verifiche in corso per eventualmente prendere provvedimenti in merito".