Coronavirus, la rivolta delle mamme sui social: "Fateci acquistare i pennarelli per far disegnare i nostri figli"
Con gli hashtag #ildirittoalgiorno e #bimbicoraggiosi i genitori lamentano che siano i bambini a pagare il prezzo più alto della quarantena: "Con cartolerie chiuse, nei supermercati è impossibile acquistare beni che non siano di prima necessità, che fare?"
"Da un mese a casa abbiamo finito i pennarelli, ma non posso comprarli", "Non possiamo più colorare arcobaleni", "Posso comprare un profumo, un rossetto, una bottiglia di vino, le sigarette ma non il pongo a mia figlia di due anni": Negli ultimi giorni si fa sempre più accesa la protesta delle mamme sui social, a difesa dello svago e del gioco dei loro figli, chiusi in quarantena. I decreti del presidente del Consiglio e le ulteriori restrizioni di Comuni e Regioni o le limitazioni delle singole attività su vendite e orari rendono ancora più difficile la vita dei più piccoli. Perché? I colori non sono ritenuti beni di prima necessità" e sono diventati introvabili. Pare non si voglia far concorrenza sleale alle cartolibrerie chiuse, ma... in realtà c'è solo confusione. Da qui la popolarità di hashtag come #ildirittoalgioco e #bimbicoraggiosi.
Dal Piemonte a Parma, da Treviso all'Abruzzo e in Umbria monta la protesta dei genitori per l'impossibilità di far continuare a disegnare e giocare i loro figli, rinchiusi, come tutti, in casa per l'emergenza coronavirus. E a risentirne non sono solo le attività ludiche, ma anche quelle didattiche che si stanno svolgendo a distanza. E se anche Amazon seleziona le richieste di acquisto online, qualche cartoleria chiusa si organizza per restare aperta virtualmente, prendere ordini e fare così consegne a domicilio.
I supermercati, poi, alcuni solo nel weekend, altri per tutta la settimana, impediscono l'acquisto di matite, pennarelli, colla, pongo, quaderni, album da disegno, chiudendo corsie e transennando espositori. Matite e pennarelli non rientrano, infatti, tra i beni di prima necessità, come capita anche alla biancheria intima. "I bambini non possono fare più i bambini?", è la domanda provocatoria che si pongono gli adulti che postano un testo di protesta comune.
"Noi mamme - si legge nel post diffuso sulle pagine di singoli e di associazioni - affrontiamo questa emergenza sanitaria con i nostri figli ogni giorno e abbiamo il dovere di rendere le loro giornate spensierate e piene di colore".
Così tra i genitori fioccano i racconti di imprese per trovare colori e fogli diventati merce rara e scatta anche la solidarietà. Nei commenti, infatti, spuntano anche la ricetta per fare il pongo colorato in casa e link per lavori di collage e piccolo bricolage.
E' diventata questione di sopravvivenza, anche per i più piccoli.
Quanto inserito fra l'1.00 e le 8.00 verrà moderato a partire dalle ore 8.00
Nessun commento
Metti il tuo like ad un commento
Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione
Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook
I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre
In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali