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Coronavirus, in Italia è record di guariti e calo dei malati | Iss: tasso di contagiosità sotto 1 in tutte le Regioni

Angelo Borrelli chiude le conferenze della Protezione civile: "Ci avviamo verso una nuova fase dellʼemergenza". Tutti i dati in calo anche in Lombardia

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Numero record di guariti, calo dei malati e dei ricoveri in terapia intensiva nelle ultime 24 ore scandiscono il conto alla rovescia verso il 4 maggio, avvio della Fase 2 dell'emergenza coronavirus. "La curva epidemica in Italia continua a decrescere e il tasso di contagiosità è sotto 1 in tutte le Regioni (in media ogni positivo contagia meno di una persona, ndr)", conferma l'Istituto superiore di sanità.

Rimane ancora però molto lontana l'immunità di gregge", che si avrebbe con il 60% della popolazione colpita da Covid-19. Quindi "avanti passo dopo passo", ripete il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro. Per gli esperti, da lunedì si apre una nuova fase in cui saranno decisivi - oltre a igiene, mascherine e distanziamento - anche la capacità di individuare e isolare subito eventuali nuovi focolai.

 

Il parametro R con zero L'obiettivo dichiarato è quello di "stare sotto l'indice di contagio R con zero pari a 1 - dice l'esponente del Comitato tecnico scientifico - considerando che i casi che abbiamo ogni giorno sono solo la punta dell'iceberg" e gli asintomatici stimati tra il 4 e il 7%.

 

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Le zone rosse Il provvedimento più forte è l'istituzione delle zone rosse, l'isolamento di intere comunità come a Codogno e Vo' Euganeo (Padova). Al momento in Italia sono 74 in altrettanti Comuni di sette Regioni. Proprio le differenze territoriali stridenti nel contagio sono oggetto non solo dello scontro istituzionale, ma anche dell'attenzione degli esperti e del ministero della Salute.

 

I dati della Protezione civile I numeri a volte criticati della Protezione civile indicano 75.945 guariti finora, con un incremento record di 4.693 nell'ultima giornata. Calo senza precedenti in 24 ore anche dei malati, scesi a 101.551, con un decremento di 3.106. Di questi 2.299 registrati nella sola Emilia-Romagna. I morti sono 285, portando il totale sempre più spaventoso vicino ai 28mila.

 

Borrelli: "Niente più conferenze" "Ci avviamo verso una nuova fase dell'emergenza e dunque abbiamo deciso di interrompere qui la nostra conferenza stampa. Ma non mancheremo di fornire gli aggiornamenti quotidiani, come abbiamo sempre fatto". Dopo 68 giorni consecutivi e 73 conferenze stampa, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli chiude gli incontri quotidiani con i giornalisti per la lettura e la spiegazione del bollettino dei dati dell'emergenza coronavirus. Un appuntamento che per settimane è stato l'unica finestra ufficiale del governo sulla pandemia, entrato ogni giorno nelle case degli italiani dal 23 febbraio, due giorni dopo la scoperta del paziente 1 a Codogno.

 

Positivi e tamponi Luca Richeldi, componente del Cts, esalta la percentuale dei positivi trovati rispetto ai tamponi fatti: appena 2,7%, la più bassa di sempre, "una soglia cruciale". In realtà - essendo un terzo circa dei tamponi delle ripetizioni - la percentuale è del 4,51%. In ogni caso la più esigua in assoluto. In sostanza dei 68.456 tamponi registrati in 24 ore - mai così tanti -, solo il 60% sono stati eseguiti su persone nuove.

 

Numeri confortanti "I dati di oggi sono molto confortanti - afferma Richeldi - perché indicano che stiamo andando nella direzione giusta. Sei Regioni non fanno registrare decessi e altre nove ne hanno meno di dieci. Se guardiamo agli ultimi 15 giorni abbiamo dimezzato il numero dei deceduti, raddoppiato quello dei guariti, ridotto della metà le terapie intensive e significativamente quello dei ricoverati".

 

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Dati incoraggianti anche in Lombardia, con 93 decessi e un calo dei nuovi contagi (+22 a Bergamo, +56 a Milano). La Regione più colpita sarà anche quella che vedrà una ripartenza comunque forte lunedì in virtù del tessuto produttivo.

 

L'Italia torna al lavoro L'Inail rende noto che in tutta Italia dal 4 maggio ritorneranno fisicamente sul posto di lavoro 4,5 milioni di persone. E finora il 67,8% delle 28mila denunce di infortunio per contagio da coronavirus (con 98 morti) arriva da Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.

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