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Coronavirus, i numeri in Italia salgono ancora: il picco potrebbe essere dopo il 25 marzo

Altro giorno difficile, mentre i posti di terapia intensiva in Lombardia sono agli sgoccioli. Intanto il ministro Azzolina dice che le scuole riapriranno solo "in sicurezza assoluta", ma esclude allungamenti dellʼanno


coronavirus ospedale Napoli Loreto Mare
Ansa

Salgono i numeri dell'epidemia di coronavirus in Italia, con 26.062 casi (2.989 in più rispetto a lunedì) e il numero complessivo dei contagiati, comprese vittime e guariti, è pari a 31.506; i decessi solo aumentati a 2.503 (345 più di lunedì), confermando l'incremento del 10% che si osserva da giorni. L'attenzione si sposta verso la situazione nel Centro-Sud ed è ancora difficile dire quando ci sarà il picco, che potrebbe arrivare dopo il 25 marzo.

"I numeri di una giornata non hanno rilevanza statistica e si inseriscono bene nella tendenza osservata in questi giorni", osserva il fisico Giorgio Sestili, curatore della pagina Facebook dedicata all'analisi dei dati epidemiologici sul coronavirus. "Non sono numeri né buoni né negativi, ma sul dato nazionale siamo certi che non sia più crescita esponenziale - ha aggiunto -. Finora è stata la Lombardia a trainare il dato nazionale, ma adesso lo sta rallentando in quanto la crescita, sebbene ci sia ancora, è più lenta. Nei prossimi giorni - ha aggiunto - sarà importante vedere il dato relativo al Centro-Sud, dove si osserva una crescita veloce ed esponenziale, ma dove non si vedono ancora gli effetti delle misure restrittive".

 

Proprio per questi motivi c'è grande incertezza su un elemento cruciale e da molti atteso per vedere la luce: il picco, raggiunto il quale la situazione dovrebbe iniziare a migliorare. Angelo Borrelli, nella conferenza stampa della Protezione civile, ha sottolineato come sia "importante  limitare la mobilità e stare più possibile a casa perché questo è l'unico modo che ci permette di ridurre" la diffusione del virus. Quanto al picco "la prossima settimana potremo avere dati più adeguati in relazione alle misure adottate".

 

Dal rispetto delle misure di restrizione dipendono infine i tre possibili scenari dell'evoluzione della situazione in Italia, frutto dei modelli elaborati dall'Universita' di Genova e dalla società Helpy: il picco potrebbe avvenire fra il 18 e il 19 marzo, quando in Italia i nuovi casi al giorno potrebbero essere intorno a 4mila, oppure fra il 23 e il 25 marzo, o ancora intorno al 28-29 marzo, con circa 5mila casi al giorno.

 

Azzolina: "Scuole riaperte solo con la massima sicurezza" - Intanto il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, frena sulla possibilità che le scuole riaprano, come previsto, il 3 aprile. "Le scuole riapriranno quando avremo certezza che il quadro epidemiologico ci permetta di mandare i nostri ragazzi a scuola nella massima sicurezza" ha detto ospite della trasmissione "Di Martedì". Allo stesso tempo ha voluto assicurare che l'anno scolastico non si prolungherà. "Ci sono studenti e docenti che stanno facendo più di quello che facevano in classe. Quindi direi al momento che né l'anno si allungherà né altro. C'è una comunità educante che sta dando un bellissimo esempio al Paese. Ci sono realtà dove dobbiamo arrivare per questo abbiamo stanziato 85 milioni per arrivare agli ultimi". E in quanto all'esame di Maturità, l'idea è di svolgerlo in maniera seria pur tenendo conto della situazione di emergenza, senza parlare di "6 politico". "L'esame di Stato è uno degli aspetti più delicati - ha spiegato -. Io sto prospettando al ministero dell'Istruzione diversi scenari in base a quando le scuole si riapriranno l'esame sarà serio ma terrà in considerazione il momento di emergenza che stiamo vivendo, nelle prossime settimane daremo informazioni. Sarà tarato sulla base degli apprendimenti che gli studenti avranno raggiunto".

 

Borsa, la Consob vieta le vendite allo scoperto per tre mesi - Intanto sul fronte finanziario la Consob interviene per cercare di limitare i danni. A partire dalla seduta del 18 marzo, saranno vietate le posizioni nette corte (vendite allo scoperto e altre operazioni ribassiste). Il divieto, arrivato dopo il parere positivo dall'Esma, per la prima volta, si applica a tutte le azioni negoziate sul mercato regolamentato italiano e durerà tre mesi  Oltre a vietare le vendite allo scoperto e altre posizioni ribassiste su tutto il listino per tre mesi la Consob ha deciso di introdurre, sempre da mercoledì e per lo stesso periodo di tempo, un regime di trasparenza rafforzata sulle partecipazioni detenute dagli investitori nelle 48 società italiane quotate in Borsa a più alta capitalizzazione e ad azionariato diffuso. La nuova soglia è fissata al superamento delle quali scatta l'obbligo di comunicare la partecipazione è pari all'1% (dal 3%) per le società grandi e al 3% (dal 5%) per le Pmi.

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