Mancano ispettori

Sagre sotto accusa: chi controlla davvero cosa finisce nei piatti?

Il caso di botulino a Cagliari riaccende l’attenzione sulle falle nei controlli igienico-sanitari delle feste di paese. Adiconsum: "Serve un giro di vite"

08 Ago 2025 - 13:07
 © IPA

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Una donna di 38 anni è morta dopo aver consumato una conserva in una sagra a Cagliari. Le analisi hanno confermato la presenza di botulino, una tossina rara ma potenzialmente letale. E se quel vasetto venduto con leggerezza è diventato un'arma, la domanda ora è una sola: chi avrebbe dovuto controllare? E perché non lo ha fatto?

L'allarme lanciato da Adiconsum

 A lanciare l'allarme è stata Adiconsum Sardegna. "Gli eventi si moltiplicano, ma i controlli igienico-sanitari sono insufficienti", ha dichiarato il presidente Giorgio Vargiu, invocando ispezioni a tappeto tramite Nas e Asl. Il botulino non è solo un caso sfortunato: è il sintomo di un sistema che, nei fatti, si regge sull'autoresponsabilità e sulla buona volontà.

Chi dovrebbe controllare le sagre?

Il controllo dell'igiene nelle sagre è affidato principalmente a tre soggetti pubblici:

  • le Aziende Sanitarie Locali (ATS, ASL, AULSS, ASP a seconda della regione), che rilasciano le autorizzazioni temporanee e verificano il rispetto delle norme igienico-sanitarie;
  • i Carabinieri del NAS, che intervengono in caso di sospetti gravi o segnalazioni;
  • i Comuni, che autorizzano l'evento e possono chiedere il parere igienico-sanitario.

A questi si aggiungono gli organizzatori stessi, spesso Pro Loco o associazioni, che sono responsabili della sicurezza alimentare anche in presenza di volontari non professionisti.

Cosa dice la legge

Il quadro normativo fa riferimento ai regolamenti europei:

  • Reg. CE 852/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari
  • Reg. CE 178/2002 sulla sicurezza alimentare

Ogni Regione può poi emettere linee guida locali per gli eventi temporanei, ma non sempre lo fa. In molte aree, il vuoto normativo lascia spazio a interpretazioni soggettive e burocrazia light, che favorisce le omissioni.

Cosa non funziona (e perché)

l sistema di controlli si inceppa per almeno tre motivi:

  • Le ASL sono sotto organico e non riescono a garantire ispezioni puntuali a ogni evento.
  • Molti eventi sono “improvvisati” e sfuggono alla regolarizzazione formale, pur vendendo cibo al pubblico.
  • La formazione obbligatoria (HACCP) non è sempre verificata: a volte basta un'autocertificazione.

In pratica, il rischio sanitario viene scaricato sull'utente, che dovrebbe fidarsi “a vista” della pulizia di una bancarella.

La proposta: più ispezioni, più regole, meno improvvisazione

Adiconsum chiede un intervento diretto della Regione Sardegna. Ma il tema riguarda tutta Italia: nel picco estivo delle sagre, chi garantisce che il cibo servito sia sicuro? Serve una cabina di regia nazionale, o almeno un protocollo unico per fiere, sagre e street food. Perché se la sagra è popolare, non può essere “artigianale” anche nel rispetto delle regole.

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