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Chiesa cattolica: la maternità surrogata diventi delitto universale,  l'eutanasia non è una "morte degna"

Papa Francesco: "Ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio". Sui gay, il Vaticano ribadisce "il rispetto di ogni persona" ma avverte: "Pericolosa la teoria del gender"

La Chiesa cattolica prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, "attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto".

L'ex Sant'Uffizio, nel documento della fede "Dignitas infinita", cita Papa Francesco: "Ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio". "Auspico pertanto - prosegue il Pontefice - un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica".

Chiesa cattolica: la maternità surrogata diventi delitto universale,  l'eutanasia non è una
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Maternità surrogata, pratica "deprecabile"

 Nel testo vengono affrontati i grandi temi etici, dalla maternità surrogata all'aborto, dall'eutanasia all'omosessualità, per chiarire la dottrina della Chiesa cattolica in merito. Ancora sulla maternità surrogata, la Santa Sede scrive, rifacendosi a quanto detto dal Santo Padre, che quella pratica va ritenuta "deprecabile" e che "lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l'oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica". Su tale tema la Camera aveva dato a luglio il via libera alla legge sul reato universale.

 

Eutanasia non è "morte degna"

 Sull'eutanasia, il dicastero per la Dottrina della fede scrive, nella sua Dichiarazione, che esiste un caso particolare di violazione della dignità umana che è più silenzioso ma che sta guadagnando molto terreno. Un caso che presenta la peculiarità di utilizzare un concetto errato di dignità umana per rivolgerlo contro la vita stessa. Tale confusione, molto comune oggi, viene alla luce quando si parla di eutanasia. Ad esempio, le leggi che riconoscono la possibilità dell'eutanasia o del suicidio assistito si designano a volte come "leggi di morte degna" ("death with dignity acts"). Molto diffusa l'idea che l'eutanasia o il suicidio assistito siano coerenti con il rispetto della dignità della persona umana. 

 

 

Certamente, dice il documento, la dignità del malato in condizioni critiche o terminali chiede a tutti sforzi adeguati e necessari per alleviare la sua sofferenza tramite opportune cure palliative ed evitando ogni accanimento terapeutico o intervento sproporzionato. Ma un tale sforzo è "del tutto diverso, distinto, anzi contrario alla decisione di eliminare la propria o la vita altrui sotto il peso della sofferenza". 

 

"Accompagnare alla morte"

 La vita umana, anche nella condizione dolente, "è portatrice di una dignità che va sempre rispettata, che non può essere perduta e il cui rispetto rimane incondizionato". Non esistono infatti condizioni mancando le quali la vita umana smette di essere degnamente tale e perciò può essere soppressa. "La vita - si legge nel documento - ha la medesima dignità e lo stesso valore per ciascuno: il rispetto della vita dell'altro è lo stesso che si deve verso la propria esistenza". Aiutare il suicida a togliersi la vita è, pertanto, "un'oggettiva offesa contro la dignità della persona che lo chiede, anche se si compisse così un suo desiderio: dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. Va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti". 

 

"Rispettare i gay ma la teoria gender è pericolosa"

 La Chiesa ribadisce che "ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare 'ogni marchio di ingiusta discriminazione' e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza". Nello stesso tempo evidenzia però "le decise criticità presenti nella teoria del gender", che, come ha detto il Papa, "è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali". 

 

Aborto sempre condannato dal magistero della Chiesa

 Nel documento si ribadisce inoltre che la Chiesa non cessa di ricordare che "la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale. Proprio l'affermazione di una tale dignità è il presupposto irrinunciabile per la tutela di un'esistenza personale e sociale, e anche la condizione necessaria perché la fraternità e l'amicizia sociale possano realizzarsi tra tutti i popoli della Terra". Sulla base di questo valore intangibile della vita umana, dice la Santa Sede, il magistero ecclesiale si è sempre pronunciato contro l'aborto. 

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