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Caso Vannacci, il generale sollevato dal comando a Tgcom24: "Le mie parole travisate. Egonu? La vorrei come figlia"

Intervistato da Paolo Liguori, l'ex comandante della Folgore che aveva denunciato i pericoli dell'uranio impoverito, ha detto: "Non sono un complottista, rivendico il mio diritto di parlare" 

Dopo la trasmissione Diario del Giorno su Rete4, il generale Roberto Vannacci, sollevato dal comando per le frasi contro gay, femministe e migranti contenute nel suo libro, è intervenuto anche al Tgcom24, dove ha risposto alle domande del direttore editoriale Paolo Liguori.

"L'omosessualità non è qualcosa che mi sconvolge o che combatto", ha detto, "ma non vedo perché ostentarla". Sulla pallavolista Paola Egonu ha spiegato: "Le mie parole sono state travisate. Anche io la vorrei come figlia".

 

Il diritto di espressione

 Al direttore editoriale Paolo Liguori, che ha ricordato gli importanti e delicati incarichi ricoperti nelle zone più calde del mondo da Roberto Vannacci, il generale ha detto: "Contesto l'affermazione che un militare in divisa non possa parlare. E' giustissimo che non parli, mentre è in servizio, di questioni riservate. Ma per quello che concerne la vita comune, sociale, di tutti i giorni, perché una persona in uniforme dovrebbe rinunciare al diritto di esprimersi? E' vero, riveste una carica istituzionale, ma fintanto che queste opinioni non sono offensive e non ledono nessuno, non vedo perché un militare non possa esprimere le proprie idee".

 

 

"Non sono un pazzo"

 Il generale Vannacci ha continuato: "Non è mai stato così, ci sono casi in cui i militari hanno detto la loro. Poi sono stati giudicati per quello che hanno detto, ed è quello che accadrà a me. Nel mio caso mi si contesta l'espressione delle mie idee, ma mi si toglie anche la dignità di interloquire, cercando di farmi apparire come una persona malata, con problemi psicologici. Questo non lo ammetto, fino a oggi non ho avuto nessuna malattia e sono sempre stato idoneo per compiti istituzionali e sportivi".

 

 

"Non sono un complottista"

 Il generale Roberto Vannacci in passato con le sue denunce ha fatto emergere il problema dei proiettili all'uranio impoverito che hanno fatto ammalare tanti soldati. Alla domanda se non fosse diventato "sgradito" a qualcuno a causa di quella vicenda, ha risposto di non voler fare "considerazioni su questo specifico argomento". Ha aggiunto: "Rifiuto di essere considerato un complottista, la questione all'epoca ha sollevato un polverone, ma io sono coerente e non ho mai avuto ripensamenti sulle denunce fatte giungere alla Procura della Repubblica e a quella militare. Mi sono comportato da comandante dei miei uomini e anche da datore di lavoro, cioè come la persona che deve valutare i rischi a cui sono esposti i suoi soldati, che compiono attività per missione e non per sbarcare il lunario". 

 

 

"Non ho nulla contro i gay"

 A Liguori, che gli contestava le affermazioni fatte sugli omosessuali, il generale Vannacci ha risposto: "Chi ha letto il libro sa che il capitolo dedicato al pianeta Lgbtq+++ inizia con la considerazione che l'omosessualità è sempre esistita. Cito i classici, latini, greci, anche persiani. Non è una cosa che mi sconvolge e che combatto, dico solo che si tratta di gusti e predilezioni che non sono 'disputandum'. Dico che sono una minoranza risicatissima della società, perché c'è bisogno di questa ostentazione? Nessuno li critica, vuole farne vittime, relegarli, possono fare quello che vogliono, non vedo perché ostentare. Perché nella civiltà greca e romana l'omosessualità non suscitava scalpore? Era ristretta all'ambito dei gusti e predilezioni". "Non ho nulla in contrario al fatto che oggi ci siano tanti omosessuali che decidono di amare persone dello stesso sesso, vivo la modernità senza complessi", ha aggiunto.

 

Quindi ha specificato: "C'è una frase che mi è stata attribuita, non ho detto che sono discendente di Giulio Cesare. Ho detto che sento che nelle mie vene scorre una goccia di Enea, di Giulio Cesare, di Fibonacci, di Mazzini... Come appartenente alla civiltà e alla cultura italiana, che è millenaria, non mi sento rappresentato da personaggi che appartengono a culture che non sono la mia".

 

 

"Paola Egonu? Bravissima sportiva"

 Quanto alle accuse di razzismo, ha risposto: "Non ho nulla in contrario alle persone con la pelle scura. Ho trascorso due anni all'Accademia con il mio compagno somalo che oggi lavora a Torino, dormivamo in due letti separati da neanche mezzo metro, condividendo studio, sudore, ginnastica, campagne estive, quasi dormendo nello stesso sacco a pelo. Non mi si dia del razzista, quando ho passato una vita a combattere per persone che non hanno il mio colore della pelle. Di Paola Egonu ho detto che è una bellissima e bravissima sportiva che rappresenta Italia, ma per il fatto di avere la pelle scura non appare al grande pubblico immediatamente come italiana e lo vediamo anche da Wikipedia, dove è stata specificata l'origine dei suoi genitori. Di molte sue compagne vi si legge che sono nate a Gorizia, a Napoli, ma nessuno precisa da 'genitori nigeriani'. Vedere una persona con la pelle scusa non la individua immediatamente come italiana. Che banalità ho detto? Nulla mi sembra".

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