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Caso Nicolò Ciatti, il padre: "Era chiaro che l'omicida scappasse, da sempre il nostro timore"

A "Morning News" il papà del 22enne ucciso a calci e pugni a Lloret de Mar nel 2017: "La Spagna avrebbe potuto fare di più"

"È sempre stato il nostro timore principale", Luigi Ciatti, padre di Niccolò, commenta così a "Morning News" la fuga di Rassoul Bissoultanov, il ceceno condannato in Spagna a 15 anni per l'omicidio di Niccolò Ciatti, ucciso a 22 anni nell'agosto del 2017 a Lloret de Mar a seguito di un pestaggio. "Il pm spagnolo mi ha spiegato che Bissoultanov non poteva essere messo in carcere perché aveva già superato i quattro anni di carcerazione preventiva", spiega il padre di Niccolò in diretta a Canale 5

Rassoul Bissoultanov, che si trovava in Spagna dove lavorava in regime di libertà vigilata, non si è presentato all'udienza per la carcerazione al Tribunale Provinciale di Girona, perché fuggito. Ora è ricercato con un mandato di cattura europeo. "Forse se ci fosse stata una sorveglianza più attiva da parte degli organi di polizia spagnoli probabilmente sarebbe stata impedita la fuga - dichiara Luigi Ciatti che denuncia - tra il verdetto della giuria popolare e la sentenza del giudice spagnolo è passato un mese, un periodo nel quale Bissoultanov ha avuto tutto il tempo di preparare la sua fuga". 

 

Non è la prima volta che il ceceno tenta di fuggire. "L'ultima volta è accaduto in Germania, dove è stato beccato da un poliziotto tedesco. È evidente che quello fosse il primo tentativo di fuga - considera Ciatti che poi si rivolge alle istituzioni spagnole - sarebbe bastato sottoporlo al controllo del braccialetto elettronico, aver previsto una firma ogni due giorni e non solo una settimanale per evitare tutto ciò", conclude. 

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