Ogni valutazione resta subordinata agli esiti delle autopsie e delle analisi tossicologiche e chimiche. Il padre dimesso dalla rianimazione
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Tutte le ipotesi restano aperte nell'inchiesta sulla morte di Sara Di Vita, 15 anni, e della madre Antonella Di Ielsi, 50 anni, decedute a poche ore di distanza all'ospedale Cardarelli di Campobasso. Secondo quanto si apprende gli inquirenti non escludono alcun scenario, nemmeno quello di un avvelenamento riconducibile a terzi, in attesa degli esiti scientifici. L'indagine della Procura di Campobasso, affidata alla Squadra Mobile, procede a 360 gradi e si fonda su accertamenti ancora in corso.
In queste ore l'attenzione degli inquirenti è concentrata sulla ricerca dell'eventuale agente scatenante, che potrebbe essere una tossina o un veleno, senza che al momento vi siano conferme su natura, origine o modalità di esposizione. Ogni valutazione resta subordinata agli esiti delle autopsie e delle analisi tossicologiche e chimiche.
I risultati preliminari potranno offrire indicazioni orientative, ma per le risposte decisive - in grado di chiarire se si sia trattato di una tossinfezione alimentare, di una contaminazione tossica o di altre ipotesi - saranno necessari tempi più lunghi legati ai prelievi e alle analisi di laboratorio. Solo l'esito congiunto degli esami medico-legali, tossicologici e delle analisi sugli alimenti potrà consentire di restringere il campo delle ipotesi e chiarire l'origine della duplice tragedia.
Sono 19 gli alimenti sequestrati a Pietracatella e sui quali si è concentrata l'attenzione degli investigatori che indagano sulla morte della quindicenne Sara Di Vita e di sua madre Antonella Di Ielsi, 50 anni. Si tratta di un preparato con funghi e peperoni, olive verdi, olive nere, polpette, formaggio con pistacchio, mozzarella di latte vaccino, salsa di pomodoro, funghi presumibilmente del tipo "pleurotus ostreatus", vongole cotte con guscio, baccalà gratinato con pinoli, uva e patate, torta con pandispagna e crema al pistacchio, pesto, formaggio spalmabile, due tipi diversi di marmellata, polenta condita con funghi presumibilmente champignon, due tipi di formaggio spalmabile, funghi alla contadina, giardiniera autoprodotta. I prodotti sequestrati si trovavano in parte nella casa di Gianni Di Vita e in parte nell'abitazione della madre, al primo piano dello stesso stabile. Le analisi sui cibi sono state delegate all'Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise.
Il padre è stato invece trasferito dal reparto di Rianimazione in un reparto ordinario. Lo rende noto l'Istituto Spallanzani, spiegando che la decisione è stata presa "vista l'evoluzione favorevole del quadro clinico". "Padre e figlia - precisa lo Spallanzani - continuano ad essere debitamente assistiti dall'equipe medica e supportati dal team di psicologi dell'Istituto".