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Nuovi guai per Fabrizio Corona, lavorava in un pub di Avellino ma aveva divieto di uscire dalla Lombardia

Lʼex re dei paparazzi avrebbe presentato un evento in un locale di Solofra violando le prescrizioni imposte dal Tribunale di sorveglianza

Nuovi guai per Fabrizio Corona, lavorava in un pub di Avellino ma aveva divieto di uscire dalla Lombardia - foto 1
agenzia

Nuovi guai per Fabrizio Corona che avrebbe violato le prescrizioni imposte dal Tribunale di sorveglianza.

L'ex re dei paparazzi sarebbe stato trovato a lavorare in un pub di Solofra (Avellino) come presentatore di un evento di una nuova collezione di capi in pelle di una casa di moda. Per Corona sono in corso accertamenti, dato che è persona sottoposta agli obblighi dell'affidamento in prova e non potrebbe allontanarsi dalla Lombardia e guidare di notte. Lo racconta Il Mattino.

La serata di musica è finita con l'arrivo dei carabinieri del comando provinciale di Avellino che, assieme alla guardia di finanza, hanno fatto irruzione nel locale affollatissimo. I controlli sono stati capillari: dalla regolarità dei sistemi di sicurezza, alle condizioni del locale e dei cibi serviti, alla posizione lavorativa del personale impiegato per far fronte al gran numero di avventori. E più del 20% dei dipendenti è risultato non assunto regolarmente. Di qui la proposta di sospensione dell'attività.

Per Fabrizio Corona ora sono in corso accertamenti. Per lui è scattata la segnalazione all'Ufficio di Sorveglianza perchè l'ex re dei paparazzi non potrebbe allontanarsi dalla Lombardia. In ogni caso, Corona può spostarsi temporaneamente dalla regione di residenza per motivi professionali ma con un'autorizzazione. Gli accertamenti che si stanno eseguendo riguardano propriio il permesso a lasciare la Lombardia. Pare che fosse autorizzato a raggiungere la Campania, ma un'altra località e non la città di Solofra.

Non è la prima volta che viola le prescrizioni imposte dal Tribunale di sorveglianza. Il caso più eclatante risale al 10 dicembre quando con una troupe televisiva si spinse nel boschetto della droga di Rogoredo (Milano). Per quell'episodio la Procura generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione per revocare il beneficio dell'affidamento ai servizi sociali e ottenere la custodia in carcere.