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Incidente ferroviario Brandizzo, le deposizioni degli operai: "L'allarme dato a vista per aggirare i divieti e finire prima i lavori"

L'a.d. di Rfi Strisciuglio: "Lavori sui binari sempre con i treni fermi". Sentita anche la dipendente di Ferrovie che avrebbe lanciato gli avvertimenti rimasti inascoltati. Salvini pronto a riferire in Aula

Fotogallery - A Vercelli il corteo per i 5 morti sui binari a Brandizzo

Nelle indagini sull'incidente ferroviario di Brandizzo si rafforza l'ipotesi a cui sta lavorando la procura di Ivrea: dietro la strage ci sarebbero anche errori umani.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, inoltre, dalle prime testimonianze davanti ai pm emergerebbe quella che sembra essere una vera e propria prassi utilizzata dagli operai per aggirare i divieti e finire prima i lavori: intere squadre al lavoro sui binari prima degli orari concordati. Con una sorta di allarme a vista, un collega con lo sguardo puntato lungo la ferrovia: "Se c'è un treno, io vi avviso e voi vi togliete". Il numero uno di Rfi Strisciuglio: "I lavori sui binari sempre e solo con i treni fermi".

 

Rfi: "Lavoro sui binari sempre con i treni fermi"

   "L’avvio delle lavorazioni è tassativamente subordinato all'ottenimento dell'autorizzazione scritta all'interruzione della circolazione dei treni", ha spiegato l'amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana Gianpiero Strisciuglio, in audizione alle commissioni riunite Trasporti e Lavoro della Camera. I lavori con l'occupazione dei binari, ha chiarito, sono "sempre effettuati in assenza di circolazione dei treni e comunque svolti in intervallo orario prestabilito che deve essere formalmente autorizzato per iscritto dall'operatore della circolazione dei treni al richiedente l'interruzione". 

 

"Si andava prima sul binario per affrettare il lavoro"

 Antonio Veneziano, ex collega dei cinque operai morti, è stato tra i primi a confermare questa ricostruzione. "E' capitato più volte, andavamo sul binario per affrettare il lavoro", aveva detto al Tg1. Lunedì è stato sentito in procura. E' passato anche Antonino Laganà, fratello di Kevin, la più giovane delle vittime, nonché suo collega di lavoro all'impresa Sigifer di Borgo Vercelli. La sua audizione è stata rinviata a mercoledì. Da Palazzo di giustizia è uscito mano nella mano con il papà, indossando una t-shirt su cui era stampato il volto del fratello.

 

Fotogallery - Brandizzo, Mattarella sul luogo dell'incidente ferroviario

 

La testimone chiave dell'inchiesta

 Ascoltata anche quella che è considerata la testimone chiave dell'inchiesta sulla tragedia di Brandizzo, una dipendente delle Ferrovie di 25 anni. E' lei che, dalla sala controllo di Chivasso, la sera del 30 agosto si è tenuta in contatto con il collega sul posto. Ed è lei, secondo quanto risulta dalle telefonate acquisite dagli investigatori, ad avere lanciato quegli avvertimenti rimasti inascoltati. La giovane donna, trasferita a Chivasso dopo un primo periodo ad Alessandria con il sogno di raggiungere prima o poi una sede in Valle di Susa, dove abita la famiglia, ha trascorso l'intera giornata in procura a Ivrea.

 

I tre avvertimenti inascoltati

 "L'ho detto per tre volte: i lavori non dovevano cominciare perché era previsto il passaggio di un treno", avrebbe ripetuto la donna davanti al pm. La sua deposizione è considerata molto utile per chiarire i contorni dell'incidente costato la vita a cinque operai. Ma non solo. Bisogna districarsi in una selva di regolamenti, procedure, termini tecnici. Intanto le famiglie dei cinque operai deceduti sono state invitate a fornire elementi che possono portare al riconoscimento dei corpi: tatuaggi, arcate dentarie, qualunque cosa. Solo in seguito potrà essere concesso il nullaosta per i funerali. 

 

Salvini: pronti a riferire in Aula

 Il vicepremier Matteo Salvini è pronto a riferire in Aula sulla tragedia e, alla luce dei 4mila cantieri ferroviari e stradali Anas attualmente aperti in tutta Italia e in vista delle tante nuove opere in programma, ribadisce: "Sulla sicurezza ci deve essere la massima attenzione". Così si legge in una nota del ministero dei Trasporti. 

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