L'atto ha visto l'intervento di polizia e carabinieri con caschi e scudi e tafferugli con un collettivo a difesa degli inquilini
A Bologna, lo sfratto di due appartamenti che ospitavano famiglie con bambini è diventato un caso. L'atto, avvenuto giovedì mattina, ha visto l'intervento di polizia e carabinieri con caschi e scudi e tafferugli con un collettivo - Plat - a difesa degli inquilini e che protesta contro la costruzione di un b&b al posto della palazzina.
"Lo sfratto è stato totalmente inaspettato - spiega una portavoce del collettivo Plat -. Solo dieci giorni fa Acer ci aveva ricevuti, chiedendo i nominativi delle famiglie in difficoltà per prenderle in carico. Non ci aspettavamo che, con un tavolo ancora aperto, arrivassero le forze dell'ordine a sfondare la porta". Secondo il collettivo, la decadenza dell'alloggio non sarebbe legata a morosità, ma a un controllo di permanenza in cui "l'intestataria non era in casa perché al lavoro, mentre gli altri familiari erano all'estero" e in casa c'era un fratello dell'assegnataria dell'alloggio. "Non è possibile - aggiunge - che una famiglia perda la casa popolare, ultimo approdo di un percorso con i servizi sociali, solo perché non viene trovata in casa durante un controllo. Da qui si riparte da zero, con tempi di attesa anche di sette anni".
Nel pomeriggio di giovedì, una delegazione del collettivo è stata ricevuta dal responsabile delle politiche abitative del Comune di Bologna, che ha riconosciuto un problema di mancata comunicazione tra l'ente e Acer. "Ci è stato detto - riferisce ancora la portavoce di Plat - che verrà avviata un'istruttoria interna per chiarire dove si sia creato il gap comunicativo. A quanto pare, l'avvocato di Acer non era stato informato né delle caratteristiche del nucleo familiare, né del tavolo di confronto in corso". Nonostante l'apertura dell'indagine interna, non è ancora stata trovata una soluzione abitativa per la famiglia. "La proposta dei servizi sociali è stata rifiutata perché inadeguata alle condizioni materiali di vita di queste persone - spiega la portavoce -. Per ora, la famiglia sarà ospitata da altre famiglie del Comitato Antisfratto".
È stato lo stesso comitato antisfratto Plat a documentare l'accesso con video sui social. È stato chiesto, in base a quanto ricostruito, l'intervento degli assistenti sociali per trovare nuovi spazi per le famiglie, che "hanno sempre pagato l'affitto", ma una volta comunicato che gli assistenti sociali non sarebbero arrivati sul posto sono iniziate le tensioni. Le forze dell'ordine hanno sfondato una porta e poi, da un appartamento, è stato creato un varco per accedere all'altro. "I bambini sono stati trascinati via tra polvere e cemento", ha proseguito Plat. Un attivista è stato ferito al capo. La questura ha riferito che si trattava del settimo tentativo di accesso. E che nel corso del secondo sfratto "alcuni manifestanti hanno tentato di ostacolare le attività andando incontro ai reparti schierati e sono state necessarie alcune cariche di alleggerimento".
A criticare duramente la modalità, l'intervento in assetto antisommossa delle forze dell'ordine, è la Regione Emilia-Romagna, con l'assessore alla Casa Giovanni Paglia: "Le immagini colpiscono e non possono appartenere alla storia della nostra regione: sono il segno di un confine superato ormai da troppo tempo fra il diritto all'abitare sancito dalla Costituzione e la logica della speculazione a ogni costo".
La vicesindaca Emily Clancy ha proposto "un tavolo con la questura, i sindacati di proprietari e inquilini e le associazioni che si occupano di diritto alla casa". Di "una scena che non dovrebbe appartenere a un Paese civile" ha parlato Simona Larghetti, capogruppo di Avs in Regione, "tutto questo per liberare appartamenti destinati a diventare un b&b di lusso. È inaccettabile".