Sembra che, al momento dell'ispezione della polizia nella macchina, l'accessorio di sicurezza non ci fosse. Il padre del piccolo avrebbe detto che era stato prestato il giorno prima ad alcuni amici
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Ci sono elementi poco chiari sul caso del bambino di due anni rimasto gravemente ferito dopo essere caduto da una macchina in corsa sulla strada provinciale che da Corchiano porta a Viterbo. Innanzitutto, è giallo sul seggiolino: sembra che, al momento dell'ispezione della polizia nella macchina, il seggiolino per i bambini non ci fosse. Interpellati dagli inquirenti in merito alla sua assenza, un amico di famiglia che era alla guida dell'auto e il padre del bambino avrebbero risposto che era stato prestato il giorno prima ad alcuni amici.
Un particolare che, se confermato, aprirebbe la strada all'ipotesi della violazione dell'articolo 172 del nuovo codice della strada che stabilisce che il seggiolino è obbligatorio per minori al di sotto di 4 anni.
In un primo momento, era stato riferito che alla guida dell'auto ci fosse la madre. A guidare la macchina, invece, era un amico di famiglia. La donna con il figlio sanguinante è arrivata al pronto soccorso dell'ospedale Santa Rosa di Viterbo, dove ha raccontato ai medici che era stato il fratellino di tre anni a sganciare la cintura di sicurezza del piccolo e successivamente ad aprire la portiera da dove era caduto mentre l'auto viaggiava.
Le indagini della squadra mobile di Viterbo hanno confermato la versione dell'accaduto data dalla donna all'agente del posto di guardia del pronto soccorso e ai medici, prima di partire con il piccolo per il Policlinico Gemelli di Roma, dove è stato ricoverato d'urgenza. Dai successivi approfondimenti è risultato che alla guida c'era un uomo che stava accompagnando con la sua Nissan la famiglia a fare la spesa, visto che il marito della donna era fuori per lavoro. E sarebbero stati proprio l'amico di famiglia e il padre del bambino ferito a confermare la versione dell'incidente.
Ci sono dubbi, poi, sulle portiere della macchina: erano dotate di sistemi di sicurezza dei bambini? E se c'erano perché non hanno funzionato?
La squadra mobile, dopo aver indagato a fondo sulla vicenda ha stilato un verbale che già da ieri si troverebbe nelle mani della magistratura viterbese. Saranno loro a decidere se esistono responsabilità da parte della madre del piccolo, o dell'amico di famiglia che stava guidando la macchina dove si è verificato l'incidente.
Il bambino è ricoverato nel reparto di neurochirurgia infantile, con un trauma cranico e una sospetta frattura orbitale. Il piccolo non è in pericolo di vita, le sue condizioni sono stabili e i medici prevedono una prognosi per la guarigione di 20 giorni.