© Vigili del Fuoco
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I bagnanti hanno formano una "catena umana" per scandagliare il mare
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Un bambino di 6 anni è disperso in mare davanti alla spiaggia di Cavallino Treporti, nel Veneziano. Dopo essere entrato in acqua per il bagno, non è più riemerso: l'allarme è scattato attorno alle 16 di lunedì, quando la mamma del piccolo, non vedendolo più tornare a riva, ha allertato i soccorritori, che hanno fatto accorrere i vigili del fuoco. I bagnanti hanno formano una "catena umana" per scandagliare il mare.
Per un attimo il piccolo è sfuggito allo sguardo della mamma, e quando la donna si è accorta che non lo vedeva più acqua era già troppo tardi. Le ricerche dei sommozzatori e dell'elicottero proseguite fino all'imbrunire non hanno dato finora risultati. Il bimbo è scomparso e sui camping che si affacciano su quel tratto di costa è calato lo sgomento.
Si è assistito anche a una gara di solidarietà. Quando sono scattati i soccorsi, molti dei turisti che si trovavano sull'arenile hanno deciso di formare una grande catena umana, per perlustrare il tratto di mare metro per metro, purtroppo senza fortuna. Dall'elicottero dei vigili del fuoco si poteva vedere una fila di almeno una cinquantina di persone che avanzavano pian piano dalla battigia scrutando attentamente l'acqua. Ma il piccolo non è stato trovato.
È stata la madre a dare l'allerta, verso le ore 16, in una giornata torrida, senza vento, e con il mare calmissimo. Le ricerche sono partite di lì a pochi minuti, coordinate dalla Capitaneria di Porto di Venezia. Sul posto sono giunte le squadre dei sommozzatori e il nucleo regionale dei vigili del fuoco del Veneto, che hanno impiegato nelle perlustrazioni anche le moto d'acqua, mentre dall'alto l'elicottero sorvolava di continuo il tratto davanti alla spiaggia, con traiettorie sempre più ampie.
Le ricerche si sono concentrate inizialmente nelle acque antistanti la zona di Ca' Pasquali, in un'area che va dal campeggio Vela Blu fino allo stabilimento Blue Sea, ed ha coinvolto tutti i bagnini delle torrette di salvataggio. L'ipotesi dei soccorritori è che il bambino possa essersi spinto troppo avanti nell'acqua, sino perdere l'orientamento, non riuscendo più a tornare a riva.