La polizia ha sequestrato 151 chili di merce tra pomodori secchi, taralli e pasta perché venduta senza autorizzazioni. Alcune donne sono state ricevute in Comune
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A Bari vecchia è andata in scena, e non è la prima volta, la protesta delle pastaie. Strada bloccata, nel cuore del borgo antico della città, con due banchetti, accesso negato anche ai turisti dopo che la polizia annonaria ha sequestrato 151 chili di merce che era in vendita sulle bancarelle. Nel mirino sono finiti taralli dolci e salati, orecchiette e pomodori secchi, sequestrati perché venduti senza autorizzazioni, in quanto prodotti non artigianali. Dopo la protesta, alcune pastaie sono state ricevute in Comune.
Tre dei commercianti controllati sono stati multati per commercio abusivo su suolo pubblico e per occupazione abusiva di suolo pubblico. Sotto sequestro, oltre al cibo, anche alcuni banchi su cui erano esposti i prodotti alimentari.
Pietro Petruzzelli, assessore comunale allo Sviluppo locale, ha spiegato l'accaduto: "Alle pastaie di Bari vecchia abbiamo ribadito ciò che loro sanno bene" e cioè che "l'aspetto legato alla tradizione delle orecchiette fresche vogliamo tutelarlo, ed è per questo che possono tranquillamente esporre i loro telati per le orecchiette fresche o per mettersi loro stesse in maniera dimostrativa a prepararle".
Quello che non possono fare, ha aggiunto, "a meno che non abbiano un'autorizzazione alla vendita, è vendere o esporre le orecchiette industriali. Qualcuna ha l'autorizzazione mentre altre si stanno mettendo in regola".
La polizia locale "lavora sulla legalità, quindi i prodotti non artigianali legati al commercio non si possono vendere su aree pubbliche se non c'è un'autorizzazione", ha spiegato anche Carla Palone, assessore alla Vivibilità urbana di Bari, aggiungendo che in questo caso "l'autorizzazione non c'era e, quindi, c'è stato il sequestro", esattamente come avviene "nei mercati cittadini: così come verifichiamo nelle attività di ristorazione per la tracciabilità del prodotto, l'abbiamo fatto anche sulle pastaie che per noi sono un'immagine importante della città", ha concluso.
Si tratta dell'ennesimo capitolo della "guerra delle orecchiette", cominciata nel 2024 e sulla quale indaga la Procura di Bari, che ha avviato un'inchiesta per truffa: i magistrati vogliono accertare se è vero che a Bari vecchia orecchiette di produzione industriale vengono spacciate come artigianali ogni giorno a migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo.