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Bambini in attesa di adozione bloccati dalla guerra in Ucraina: le paure di 23 famiglie italiane

"Le Iene" hanno incontrato i genitori: per abbracciare i loro bimbi manca solo l'ultimo timbro

 

Era tutto pronto per l'arrivo del loro figlio adottato in Ucraina, mancava l'ultimo passo formale. Poi la guerra ha bloccato tutto e i bambini ora sono rimasti negli orfanotrofi mentre piovono le bombe. "Le Iene" hanno incontrato 23 famiglie che, dopo una trafila burocratica lunga anni, che in questo periodo avrebbero incontrato per la prima volta i propri figli. Ora questi genitori sui propri telefoni ricevono le immagini dei bambini ammassati nelle cantine degli orfanotrofi, il posto più sicuro per loro in questo momento.

 

 

 

"Ti rendi conto cosa vuol dire andare a dormire e sapere che tuo figlio è sotto le bombe?", chiedono a Giulio Golia Andrea e Viviana, i genitori adottivi di Sasha, uno dei bambini che sarebbe dovuto arrivare in Italia prima della guerra. Ora, Andrea e Viviana, non sanno quando potranno abbracciare il loro bimbo: "A noi mancava solo la firma del tribunale di Kiev - spiegano - e ora non sappiamo cosa succederà".

 

"Ci mancavano gli ultimi cento metri - aggiunge un'altra coppia - noi ci sentiamo già genitori di questi bambini. Il percorso è stato lungo e difficile, durato quattro anni". Il governo ucraino si è messo all'opera per trasferire questi bambini in Polonia grazie all'aiuto di associazioni come la Caritas. I genitori hanno con loro dei contatti via WhatsApp, ma le informazioni che ricevono sono frammentarie: "La soluzione per dare finalmente una famiglia a questi bambini è quella di cercare di avere le sentenze online - spiega Linda Marmetto, responsabile ufficio adozioni e servizi alla famiglia di Ciea - secondo noi sarebbe fattibile ottenere queste sentenze via web".

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