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L'ex allieva dell'aeronautica Giulia Schiff al fianco degli ucraini: "Non sono una mercenaria, sono qui per stare con gli indifesi"

La 23enne che aveva denunciato atti di nonnismo nell'Accademia di Pozzuoli racconta a "Le Iene": "I russi sparano ai bambini"

 

Giulia Schiff, l'ex allieva pilota dell'aeronautica militare che aveva denunciato di essere stata vittima di atti di nonnismo nell'Accademia di Pozzuoli, è a Kiev per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina. All'indomani dello scoppio del conflitto, Schiff è partita per l’Ucraina arruolandosi come foreign fighter nelle fila di chi combatte contro gli invasori russi. Nel reportage mandato in onda da "Le Iene" nella puntata di mercoledì 23 marzo, l'ex allieva dell'aeronautica ha dichiarato di non essere lì per soldi: "Non sono una mercenaria - ha spiegato - non so se mi pagheranno e non mi interessa. Sono qui come volontaria non per fare soldi"

 

 

 

All'inviata del programma di Italia Uno, Roberta Rei, Schiff ha poi spiegato quali motivazioni l'abbiano spinta al fronte ucraino: "Una persona mi ha detto: non ti potevi arruolare con i più forti? Ma io non vado lì per vincere, vado a dare il mio contributo al fianco degli indifesi", ha detto. "Qui, ci sono persone arrivate da Canada, Brasile, Inghilterra, Francia, qualcuno da Israele… C’erano un paio con il passaporto italiano, ma in realtà non parlavano italiano".

Per arruolarsi, la 23enne veneziana ha prima tentato la strada ufficiale, tramite il consolato ucraino a Milano ma  la sua domanda ha avuto esito negativo, in quanto la legge italiana vieta di combattere per un esercito straniero. Così è salita a bordo di un autobus con l'aiuto di una responsabile di un'associazione di ucraini residenti in Italia: "Sono l’unica donna - ha raccontato a "Le Iene - Ho deciso di partire perché mi sento male quando vedo che bombardano gli ospedali e le scuole, per questo ho deciso di andare ad aiutare gli ucraini. Sono cosciente del pericolo e del fatto che, per me, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo perché qualsiasi posto in cui mi trovo è un obiettivo militare. Ma sono venuta perché la guerra è qui. E la guerra, se si riesce a fermarla, non arriverà a casa nostra. Non ho mai ucciso nessuno e credo che a nessuno piaccia farlo. Ma in fondo i russi stuprano e ammazzano le donne, uccidono i bambini…".

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