dopo l'annegamento di un bimbo

Bagnino trovato morto: si ipotizza suicidio, forse legato al senso di colpa

Matteo Formenti, 28 anni, era indagato per la morte del piccolo Michael, 4 anni, caduto in acqua senza braccioli al parco di Castrezzato. Trovato morto in un bosco a Cologne: si ipotizza il suicidio

26 Giu 2025 - 09:44
 © Tgcom24

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Era figlio unico, viveva a Chiari e lavorava come assistente bagnante tra Castrezzato, al parco acquatico “Tintarella di Luna”, e un relais di lusso a Erbusco. Matteo Formenti, 28 anni, è stato trovato morto nella mattinata del 25 giugno in una zona boscosa a Cologne, ai piedi del Monte Orfano. Il suo corpo è stato individuato da due runner in via dei Cappuccini: era a terra, con la testa infilata in un sacchetto di plastica e le mani legate con un lucchetto da bicicletta. A pochi metri, l’auto e lo zaino. L’ipotesi principale è il suicidio, anche se si attendono i risultati dell’autopsia per confermare la dinamica. Il gesto potrebbe essere collegato al senso di colpa e alla pressione per l’indagine in corso: Formenti era infatti indagato per omicidio colposo dopo la morte del piccolo Michael, 4 anni, annegato venerdì scorso nella piscina dove lui era di turno.

L’indagine e la scomparsa

 Lunedì, giorno in cui i carabinieri avrebbero dovuto notificargli l’avviso di garanzia, Formenti aveva detto alla madre che sarebbe andato al lavoro. Da quel momento si erano perse le sue tracce. Non vedendolo rientrare e non riuscendo a contattarlo, la madre ne aveva denunciato la scomparsa. Secondo quanto ricostruito, il bagnino era presente al momento dell’incidente.

Il bambino era finito in acqua senza braccioli né ciambella, ed era stato recuperato già privo di sensi. Trasportato in elicottero all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, era morto domenica dopo due giorni di coma. Formenti, a cui era stato sequestrato il cellulare, avrebbe acquistato una nuova sim il giorno successivo. Chi lo ha visto in quei giorni lo ha descritto come profondamente scosso. Le indagini proseguono per accertare le circostanze della sua morte.

Il peso emotivo e il trauma

 Secondo Valentina Di Mattei, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, il caso potrebbe rientrare nel quadro di un trauma psichico profondo. In situazioni come questa - ha spiegato al quotidiano "Repubblica" - l’impatto emotivo di una tragedia vissuta in prima persona, l’avvio di un’indagine e l’esposizione pubblica possono generare un senso di isolamento, paura e vergogna difficile da gestire. In assenza di adeguate risorse psicologiche o reti di supporto, la mente può arrivare a chiudersi in una spirale da cui non riesce più a uscire". Per la dottoressa Di Mattei è fondamentale garantire spazi strutturati di ascolto per chi lavora in contesti ad alto impatto emotivo, non solo in situazioni di emergenza.

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