Il Divin Codino racconta per la prima volta i dettagli della violento colpo subito nella sua villa veneta a giugno 2024: "Capisco chi si fa giustizia da sé"
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La voce di Roberto Baggio si incrina quando racconta quei quarantacinque minuti di terrore puro. Ospite di un podcast, il Divin Codino ha rotto il silenzio sulla rapina subita nella sua villa di Altavilla Vicentina il 20 giugno 2024, svelando dettagli agghiaccianti di una notte che ha segnato per sempre lui e la sua famiglia.
"Le persone che mi hanno rapinato in casa sapevano chi fossi", esordisce Baggio con amarezza. Non si è trattato di una rapina casuale, ma di un colpo studiato nei minimi dettagli contro una delle leggende del calcio italiano. Era circa alle 22 del 20 giugno 2024, durante l'intervallo della partita Italia-Spagna degli Europei, quando sei uomini armati hanno fatto irruzione nella proprietà del campione, in Veneto, trasformando una tranquilla serata familiare in un incubo.
"Sono stati in casa nostra per tre quarti d'ora, ci hanno sequestrato da tutto, eravamo per terra", racconta l'ex fantasista. La violenza dell'aggressione emerge in tutta la sua crudeltà: "Hanno messo la pistola in bocca a mio figlio e l'hanno puntata alla testa per farsi dire dove si trovasse la cassaforte". Una cassaforte che, ironia della sorte, non esisteva nemmeno.
Nonostante la sproporzione numerica, Baggio ha tentato di reagire: "Non ho avuto paura perché non li ho sentiti arrivare, sono andato faccia a faccia con uno di loro, il mio istinto è stato tirare un pugno in faccia e un calcio ma erano in sei. Lascio immaginare come sia andata". Il coraggio del Pallone d'Oro 1993 si è scontrato con la cruda realtà dei numeri e delle armi.
La minaccia dei rapinatori è stata esplicita e terrificante: "Ci hanno minacciato dicendo che se l'avessero trovata, ci avrebbero ammazzati", riferendosi alla cassaforte inesistente che cercavano disperatamente.
A distanza di un anno, le ferite fisiche si sono rimarginate, ma quelle psicologiche rimangono aperte. "È un episodio che segna la vita perché è una violenza che fanno a te, a tua moglie e ai tuoi figli con una cattiveria che non riesci a spiegarti", confessa Baggio con la voce rotta dall'emozione.
Il trauma più profondo non è stato l'aggressione in sé, ma assistere impotente alla violenza sui propri cari: "Il problema è il dopo, la rabbia che rimane dentro". Una rabbia che porta l'ex campione a una riflessione amara: "Capisco la gente che vuole farsi giustizia da sola".
Sul fronte investigativo, Baggio rivela la sua frustrazione: "Non so se i ladri siano stati beccati perché le autorità non ci raccontano niente, come è giusto che sia". Il rispetto per il lavoro delle forze dell'ordine non nasconde però l'amarezza per un caso che sembra essersi arenato nel silenzio.