Attivo il portale

Autovelox, scatta il censimento nazionale: ecco come ci si potrà difendere dalle multe

Dal 30 novembre 2025 scatterà l'obbligo per Comuni, Province e Regioni. Chi non rispetta la scadenza rischia che le multe emesse dai dispositivi "non censiti" siano dichiarate nulle. Ecco le regole, le criticità e le strategie che l’automobilista potrà seguire per difendersi

30 Set 2025 - 14:31
 © dal-web

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Da oggi è attivo il portale del Ministero delle Infrastrutture per la registrazione degli autovelox. Comuni, Province e Regioni hanno a disposizione sessanta giorni per inserire i dati tecnici di ciascun dispositivo: marca, modello, ubicazione e documentazione relativa. Dal 30 novembre scatterà l'obbligo e tutte le multe elevate con apparecchi non censiti rischiano di essere dichiarate nulle. Una svolta che introduce nuove tutele per gli automobilisti, ma che apre anche interrogativi sul piano giuridico e operativo: non mancano infatti dubbi sull'interpretazione delle norme, sulle differenze fra approvazione e omologazione e sulle difficoltà delle amministrazioni locali nel rispettare i tempi fissati.

Il decreto ministeriale e le nuove regole sul censimento

 Il censimento nazionale degli autovelox nasce da un emendamento al Decreto Infrastrutture 2025 e dal successivo decreto direttoriale n. 305, pubblicato a metà agosto. Il provvedimento prevede che tutti i dispositivi destinati a rilevare le violazioni dei limiti di velocità debbano essere registrati su una piattaforma telematica nazionale gestita dal MIT.
La registrazione non è una semplice formalità: diventa infatti condizione essenziale per l'utilizzo legittimo degli strumenti. Chi non adempirà vedrà i propri apparecchi "spenti" e le sanzioni comminate non avranno validità giuridica.

Omologazione e approvazione: la differenza che può annullare le multe

 Un nodo centrale resta la distinzione fra "approvazione" e "omologazione". L'articolo 142 del Codice della Strada stabilisce che solo le apparecchiature debitamente omologate possono essere considerate fonti di prova.
Negli ultimi anni diversi tribunali hanno annullato verbali elevati con autovelox privi di omologazione, chiarendo che l'approvazione ministeriale non equivale automaticamente a un'omologazione. La Cassazione, con un'ordinanza del 2024, ha confermato questo principio, aprendo la strada a numerosi ricorsi.
Il decreto ministeriale tende invece a equiparare le due procedure, una scelta che potrebbe alimentare contenziosi e interpretazioni discordanti in sede giudiziaria.

Cosa cambia per gli automobilisti: mappe, verifiche e ricorsi

 Per i cittadini la novità più importante riguarda la trasparenza. La piattaforma ministeriale renderà disponibili i dati degli autovelox censiti, consultabili attraverso mappe e registri pubblici. In questo modo chi riceve una multa potrà verificare se il dispositivo era regolarmente registrato.
Se il nome dell'apparecchio non compare nell'elenco nazionale, la sanzione potrà essere considerata nulla e contestata. Anche per i dispositivi censiti sarà possibile chiedere la prova dell'omologazione, elemento che rimane determinante per la validità legale della rilevazione.
Gli esperti prevedono un aumento dei ricorsi: dapprima per contestare la mancata registrazione e successivamente per verificare la corretta omologazione degli apparecchi.

Le novità per le mappe dei navigatori

 Con il censimento, le mappe ufficiali degli autovelox pubblicate dal Ministero diventeranno un riferimento "legale" per verificare la validità delle multe. I sistemi di navigazione e le app potranno integrare questi dati certificati, mostrando soltanto i dispositivi realmente censiti e attivi.
Questo comporterà una riduzione delle false segnalazioni e una maggiore precisione nelle notifiche agli automobilisti. In futuro, controllare il navigatore significherà avere la certezza che l'autovelox segnalato sia regolarmente registrato e autorizzato, con aggiornamenti che si sincronizzeranno al portale ministeriale.

Cos'è il Portale dell'Automobilista

 Il Portale dell'Automobilista è la piattaforma ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che raccoglie dati e servizi legati a patenti e veicoli. Oltre alle informazioni accessibili a tutti, come la verifica dell'assicurazione e della classe ambientale, per gli utenti registrati consente di controllare i punti patente, la cronologia delle revisioni e le pratiche automobilistiche.
Il portale è anche il cuore operativo del nuovo censimento: attraverso di esso le amministrazioni dovranno registrare i propri autovelox, rendendo i dati disponibili per la consultazione pubblica. Per i cittadini rappresenta quindi un punto di accesso fondamentale sia per i servizi tradizionali sia per la nuova funzione di trasparenza sulle sanzioni.

I rischi per i Comuni e i possibili contenziosi

 Il decreto impone agli enti locali tempi stretti: sessanta giorni per registrare tutti i dispositivi. Per molte amministrazioni, soprattutto quelle più piccole, si tratta di un adempimento complesso, che richiede risorse tecniche e organizzative non sempre disponibili.
Un eventuale ritardo o errore nell'inserimento dei dati rischia di paralizzare l'utilizzo degli autovelox e di vanificare le sanzioni comminate. Per questo motivo si teme un boom di contenziosi, con automobilisti pronti a impugnare le multe e giudici chiamati a decidere caso per caso.

Sicurezza stradale e gettito: i nodi ancora aperti

 Il censimento degli autovelox ha l'obiettivo dichiarato di garantire maggiore trasparenza e legittimità nell'uso di questi strumenti, troppo spesso percepiti come un mezzo per fare cassa. Tuttavia, alcuni osservatori sottolineano che l'eventuale spegnimento di centinaia di apparecchi potrebbe avere conseguenze sulla sicurezza stradale, riducendo la capacità di deterrenza nei confronti degli automobilisti.
Allo stesso tempo, molti Comuni rischiano di vedere ridursi in modo significativo gli introiti derivanti dalle multe. L'equilibrio fra tutela dei cittadini, esigenze di bilancio e sicurezza sulle strade rappresenta quindi la vera sfida per i prossimi mesi.

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