Il caso, avvenuto alla viglia del processo, è stato riferito in Cassazione dal pm Bretone, che ha però detto di non poterne garantire la veridicità in quanto è stato riportato da altri. Vendola: "Contro di me un complotto mediatico"
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E' finito agli atti del procuratore generale della Cassazione il caso del pranzo della sorella di Nichi Vendola con il giudice di Bari Susanna De Felice. Il magistrato, che ha poi assolto il leader di Sel dall'accusa di abuso d'ufficio, era stato visto in un ristorante in compagnia della sorella del governatore pochi giorni prima del processo. E il pm Bretone ha riferito la circostanza al Csm, che ha a sua volta inviato gli atti in Cassazione.
Ascoltato dalla Prima Commissione di Palazzo dei marescialli il 12 febbraio, Bretone ha riferito che a raccontargli del pranzo era stata una giornalista informata a sua volta dell'accaduto da una collega, che aveva visto a pranzo De Felice con Patrizia Vendola. Ma il pm ha anche detto al Csm di non poter garantire sulla veridicità di quanto gli era stato comunicato.
Piuttosto che approfondire direttamente la questione i consiglieri hanno deciso di inviare gli atti al Pg della Cassazione Gianfranco Ciani, titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Infatti, se effettivamente il giudice De Felice avesse incontrato la sorella del governatore della Puglia alla vigilia del processo a Vendola, si tratterebbe di un comportamento da valutare in sede disciplinare.
Vendola: con me ora processo mediatico - "Chi non è riuscito ad ottenere la mia condanna in un processo regolare, sta cercando di costruire un processo mediatico. Questa non è giustizia". Così Nichi Vendola a proposito delle dichiarazioni di un pm al Csm sui rapporti tra la sorella del leader di Sel e la giudice che il 31 ottobre 2012 l'ha assolto. "C'è una sentenza. Il pm ha tutti i titoli per contestarla ma io ho il diritto di pretendere che questo avvenga nel processo".