COMPRAVENDITA DI VOTI

'ndrangheta, arrestato Domenico ZambettiPagò 200mila euro per 4mila preferenze

L'assessore lombardo è accusato di aver comprato da due boss un pacchetto di preferenze per la sua elezione nelle regionali del 2010. In cambio offrì anche posti di lavoro e case. Formigoni si sfoga: "O la magistratura ha preso un abbaglio. Oppure tutti noi siamo stati traditi"

10 Ott 2012 - 17:38
 © LaPresse

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L'assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, è stato arrestato dai carabinieri con le accuse di aver comprato da due esponenti della 'ndrangheta un pacchetto di preferenze per la sua elezione nelle regionali del 2010 e per le comunali di Milano del 2011 e per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa dal 2009 ad oggi. L'abitazione di Zambetti è stata perquisita dai militari.

200mila euro per 4.000 preferenze
Zambetti è accusato di voto di scambio per aver comperato 4.000 preferenze, in vista delle elezioni del 2010, pagando 200.000 euro a Giuseppe D'Agostino, gestore di locali notturni, già condannato negli anni scorsi per traffico di droga, appartenente alla cosca calabrese Morabito-Bruzzaniti, e all'imprenditore Eugenio Costantino, referente del clan Mancuso. Intercettazioni telefoniche provano le fasi del pagamento. L'arresto è stato chiesto dal pm della Dda Giuseppe D'Amico ed è stato disposto dal gip Alessandro Santangelo.

"L'assessore promise un posto da parrucchiera"
Tra i vari favori promessi agli uomini della 'ndrangheta dall'assessore regionale lombardo, Domenico Zambetti, c'è anche l'interessamento per "il rinnovo del contratto di parrucchiera per la sorella" di Eugenio Costantino, presunto affiliato, e "l'assegnazione di una casa Aler in favore della sua amante". Zambetti nell'ordinanza del gip Santangelo viene anche indicato con l'alias "Mimmo", proprio come i presunti 'ndranghetisti che a fianco al nome hanno un nomignolo.

Formigoni prende le distanze dal suo assessore
L'arresto di Zambetti è stato l'argomento principale di discussione durante la riunione della Giunta lombarda. E sembra che al termine del dibattito il presidente Roberto Formigoni si sia sfogato. Secondo alcuni dei partecipanti il numero uno del Pirellone avrebbe detto: "O siamo di fronte a un clamoroso abbaglio della magistratura oppure Zambetti ha tradito me e tradito tutti voi".

Il pm: "Zambetti a disposizione della 'ndrangheta"
Secondo Giuseppe D'Amico, il pm titolare dell'inchiesta, L'assessore Zambetti "si è messo a disposizione della 'ndrangheta" e "oltre al patto per i voti, avrebbe messo a disposizione delle cosche appalti controllati dalla Regione".

La Finanza alla Regione Lombardia
Intanto, militari della guardia di finanza stanno eseguendo, negli uffici del Consiglio regionale della Lombardia, acquisizioni di atti relativi ad accertamenti sulle spese dei gruppi regionali.

Indagati i tre consiglieri Boni, Nicoli Cristiani e Buscemi
Nell'ambito dell'indagine che ha portato le Fiamme gialle alla sede della regione Lombardia figurano come indagati l'ex presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni (Lega), l'ex assessore Franco Nicoli Cristiani (Pdl) e il consigliere Massimo Buscemi (Pdl). A loro carico si ipotizzano le accuse di peculato e truffa aggravata.

Finanzieri anche alla regione Piemonte
Gli uomini della guardia di finanza sono andati anche nella sede della regione Piemonte per acquisire, su delega della Corte dei conti, la documentazione relativa alla gara d'appalto per la realizzazione del nuovo palazzo della Regione. L'obiettivo è valutare eventuali irregolarità nell'affidamento della progettazione della sede all'architetto Massimiliano Fuksas.

Tra i 23 arrestati anche fratello ex sondaggista Crespi
L'indagine ha portato a 23 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone coinvolte nel presunto voto di scambio mafioso. Tra gli arrestati figura anche Ambrogio Crespi, fratello dell'ex sondaggista Luigi Crespi.

Revocate le deleghe in Regione
Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, riferisce via twitter di aver revocato le deleghe all'assessore Zambetti, in quanto "ciò di cui si parla è estremamente grave".

Centrosinistra diserta lavori in Regione
Dopo l'arresto dell'assessore Zambetti, le opposizioni del centrosinistra in Regione Lombardia hanno deciso di non partecipare per protesta ai lavori delle Commissioni consiliari e agli impegni istituzionali della Regione Lombardia di oggi. Quasi certo verranno richieste le dimissioni di Formigoni.

Regione Lombardia, indagati salgono a 13
Con l'arresto di Domenico Zambetti, assessore alla Casa della Giunta Formigoni, sale a 13 il numero di esponenti politici - fra Giunta e Consiglio - indagati dal 2010, inizio della legislatura al Pirellone. Gli ultimi due sono il consigliere del Pdl, Gianluca Rinaldin, due giorni fa condannato in primo grado a due anni e mezzo per falso e truffa; e l'ex vice presidente dell'Aula, Filippo Penati, ex Pd, per il quale la scorsa settimana è stato chiesto il rinvio a giudizio per varie ipotesi di reato, fra cui la corruzione. Ma l'elenco comprende il presidente della Giunta, Roberto Formigoni (Pdl), accusato di corruzione aggravata nella inchiesta sulla Fondazione Maugeri; l'ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni (Lega), accusato di corruzione; i due suoi ex vicepresidenti Penati appunto e Franco Nicoli Cristiani (Pdl, che, arrestato, si è dimesso dal Consiglio regionale), accusati a loro volta di corruzione; l'ex consigliere segretario Massimo Ponzoni (Pdl), arrestato a gennaio con varie accuse fra cui la corruzione e la bancarotta fraudolenta. Sia Boni sia Nicoli sia Ponzoni, fra l'altro, sono stati assessori regionali nelle Giunte precedenti. Indagati, al Pirellone, anche il consigliere del Pdl Angelo Giammario, ex sottosegretario di Formigoni, per corruzione; l'attuale assessore alla Sicurezza, Romano La Russa, accusato di finanziamento illecito; la consigliera Pdl Nicole Minetti, a processo per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile nell'ambito del caso Ruby. In un'inchiesta per tifo violento è, invece, stato coinvolto l'assessore leghista Daniele Belotti. Infine, l'ex consigliere leghista Renzo Bossi (dimessosi per l'inchiesta sull'uso dei rimborsi elettorali del Carroccio nella quale è accusato di appropriazione indebita) e l'ex assessore sempre leghista, Monica Rizzi, sospettata in passato di aver prodotto dossier proprio per screditare avversari interni di Bossi Jr.

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