ALLARME GIOVANI

Ansia e solitudine, in Italia quasi la metà degli adolescenti chiede supporto emotivo all'intelligenza artificiale

I dati dell'Atlante dell'Infanzia (a rischio), dedicato all'adolescenza, di Save The Children: poco meno della metà dei giovani non legge libri, il 12% usa psicofarmaci senza prescrizione

14 Nov 2025 - 07:27
 © Ansa

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Quasi la metà degli adolescenti italiani si rivolge all'intelligenza artificiale per chiedere supporto emotivo nei momenti di ansia, tristezza o solitudine. Il dato, contenuto nella XVI edizione dell'Atlante dell'Infanzia a rischio diffuso da Save The Children, indica che il 41,8% dei ragazzi tra quindici e diciannove anni ha utilizzato chatbot e strumenti digitali per cercare conforto o per provare a orientarsi. Oltre il 42% ha chiesto consigli su decisioni importanti. In generale, oltre il 92% dei 15-19enni intervistati usa strumenti di Ia contro il 46,7% degli adulti.

Un ricorso sempre più frequente "perché l'Ia non mi giudica"

 Secondo i dati raccolti da Save The Children, oltre quattro adolescenti su dieci dichiarano di aver utilizzato l'intelligenza artificiale nei momenti di maggiore fragilità emotiva. Il 58,1% degli utilizzatori ha chiesto consigli su aspetti ritenuti seri e rilevanti per la propria vita. Tra questi, il 14,3% afferma di farlo spesso e il 43,8% qualche volta. Il fenomeno riguarda una fascia d'età che, secondo l'organizzazione, vive un rapporto complesso con il proprio equilibrio psicologico e tende a ricercare nella tecnologia un'interazione percepita come immediata e priva di giudizio. Solo la metà del campione dichiara un uso moderato e funzionale degli strumenti digitali, mentre cresce la quota di giovani che preferisce l'Ia al confronto con figure adulte o pari.

Come gli adolescenti utilizzano chatbot e strumenti digitali

 L'analisi delle abitudini digitali dei 15-19enni mostra che il 30,9% usa l'Ia tutti i giorni o quasi, il 43,3% alcune volte a settimana e solo il 7,5% non la utilizza mai. La distanza con gli adulti è marcata: oltre il 50% degli over 18 non ricorre a strumenti di intelligenza artificiale. Tra gli adolescenti, i chatbot rappresentano l'opzione preferita (68,3%), seguiti dagli strumenti di traduzione (42,5%) e dagli assistenti vocali (33,3%). Una quota più contenuta, pari al 9,3%, utilizza chatbot relazionali pensati per simulare una presenza continuativa. Gli studenti indicano come motivazioni principali la ricerca di informazioni (35,7%) e il supporto nello studio (35,2%), ma quasi uno su cinque usa l'Ia per scrivere testi e il 21,4% per attività ludiche. Una parte minoritaria, pari al 7,1%, ricorre all'Ia per migliorare il proprio benessere emotivo.

La percezione dell'Ia, tra disponibilità e comprensione

 Tra gli aspetti maggiormente apprezzati emerge la costante disponibilità dei sistemi di IA, indicata dal 28,8% del campione. Il 14,5% afferma di sentirsi compreso e trattato bene, mentre il 12,4% sottolinea l'assenza di giudizio come elemento rassicurante. Il 63,5% di chi utilizza questi strumenti riferisce di aver trovato più soddisfacente il confronto con un'interfaccia digitale che con una persona. Quasi la metà ha condiviso informazioni personali sulla propria vita quotidiana, segnale che riflette non solo familiarità con le tecnologie, ma anche una certa inclinazione a utilizzare l'Ia come spazio protetto di espressione.

I segnali di disagio: cyberbullismo, iperconnessione e isolamento

 Accanto alla diffusione degli strumenti digitali emergono indicatori di fragilità. Il 38% dei 15-19enni dichiara di guardare spesso il cellulare anche in presenza di amici o familiari, mentre il 27% riconosce un senso di nervosismo quando non lo ha con sé. Il 13% presenta un profilo di iperconnessione, associato a un uso problematico di internet. Il 47,1% ha subito episodi di cyberbullismo, un dato in crescita rispetto al 31,1% rilevato nel 2018. Il report segnala inoltre che un adolescente su cinque non svolge alcuna attività fisica e che il 37% visita siti per adulti, con una netta prevalenza tra i ragazzi. Più del 9% riferisce di essersi isolato volontariamente per motivi psicologici.

Benessere psicologico e differenze di genere nel nuovo Atlante

 Nel complesso, il 60% degli adolescenti si dichiara soddisfatto di sé, ma con un divario significativo tra i generi: i ragazzi raggiungono il 71%, le ragazze il 50%. Le differenze emergono anche nella sfera psicologica: solo il 34% delle adolescenti indica un buon livello di equilibrio emotivo, contro il 66% dei coetanei maschi. Si tratta, secondo il report, della maggiore distanza tra generi rilevata in Europa, con una forbice di oltre trenta punti percentuali. L'uso di psicofarmaci senza prescrizione riguarda quasi un adolescente su otto, con un'incidenza più alta tra le ragazze (16,3%). Meno della metà del campione mostra un benessere psicologico definibile buono.

Le altre abitudini dei 15-19enni tra cultura, sport e tempo online

 Le abitudini culturali e ricreative evidenziano un coinvolgimento limitato: solo la metà dei ragazzi ha visitato mostre o musei nell'ultimo anno, con percentuali più basse nel Mezzogiorno. Quasi uno su cinque non pratica attività fisica e oltre il 46% non legge libri.