si apre il caso salute mentale

Accoltellata a Milano, perché Lanni era libero? L'ultimo verdetto nel 2024: "Non è pericoloso"

Dopo il caso dell'aggressione in pieno centro si apre il dibattito su salute mentale e misure detentive. Piantedosi invoca una terza via, Bertolaso chiede di potenziare le Rems, strutture sanitarie territoriali create proprio per ospitare persone con disturbi psichici che hanno commesso reati

05 Nov 2025 - 10:26

Vincenzo Lanni, in carcere per aver accoltellato una donna in pieno centro a Milano, era un uomo libero. Aveva scontato la sua pena per due accoltellamenti nel 2015. Nel 2016, quando era stato condannato a otto anni di reclusione e tre di struttura psichiatrica, ne aveva già scontato uno in carcere, per la misura cautelare. A maggio del 2020 ne erano passati altri tre e mezzo in cella, quindi quattro anni e mezzo in tutto, tra Bergamo, Opera e Bollate. Poi sarebbe dovuto andare in una Rems (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza). Ma nel suo caso il giudice dispose tre anni di misura di sicurezza nella comunità 4Exodus di Varese, probabilmente proprio per carenza di posti in queste strutture. Sembrava un percorso netto, tant'è che nel dicembre 2024 venne dichiarato non più socialmente pericoloso dal Tribunale di sorveglianza, e che non gli fu rinnovata la misura di sicurezza per pericolosità sociale di permanenza nella Rems. Poi tutto è precipitato.

Il precedente e la pena scontata - Il 20 agosto del 2015, ad Alzano Lombardo e Villa di Serio, dove viveva vicino a Bergamo, aveva accoltellato e ferito due anziani: Antonio Castelletti, allora 82 anni, e Luigi Novelli, 80. Perché? "Volevo uccidere perché sono un fallito" aveva dichiarato. Di lì la condanna a otto anni di reclusione e tre di struttura psichiatrica. Arriviamo all’aprile del 2022, quando è stata decretata l’espiazione della pena: 7 anni scarsi dal momento del delitto contro gli otto previsti dal giudice, tra vari sconti lungo il cammino. Ed era quindi iniziato il periodo della "misura di sicurezza" quantificata in tre anni, ma la cui necessità viene poi valutata dal Tribunale di sorveglianza di anno in anno. Risultato: percorso concluso a dicembre 2024.

Il Tribunale lo dichiarò non pericoloso - Lanni venne dichiarato non più socialmente pericoloso dal Tribunale di sorveglianza, nel dicembre 2024, tanto che non fu rinnovata per lui la misura di sicurezza per pericolosità sociale di permanenza nella Rems. E tornò libero, dopo che era stato prima anche in carcere e poi in affidamento in prova. E proprio sulla cessazione dichiarata della sua pericolosità sociale, la Procura di Milano, sta facendo approfondimenti, acquisendo i vari atti.

Il percorso volontario in comunità - Anche "dopo il raggiungimento dello stato di libertà e la cessazione della pericolosità sociale disposta dal Magistrato, avvenuti nel dicembre 2024 - chiarisce 4Exodus - Lanni ha scelto volontariamente di proseguire il proprio cammino con noi, con l'obiettivo di completare il progetto di accompagnamento verso l'autonomia". Un percorso privato, dunque, dopo che era tornato libero. Nella scorsa settimana Lanni, spiegano dalla comunità, "ha avuto un atteggiamento non idoneo alle regole del contesto e quindi l'équipe ha ritenuto opportuno, anche a seguito delle diverse opportunità offertegli nel corso degli anni, di interrompere l’accoglienza, suggerendogli di rivolgersi ai servizi specialistici di riferimento e offrendosi di accompagnarlo. L’ospite ha accettato la scelta senza manifestare astio. Poi Vincenzo Lanni ha evitato di rivolgersi al servizio psichiatrico: "Ha deciso di allontanarsi volontariamente, esercitando un diritto che gli spettava pienamente essendo uomo libero, e ha abbandonato il veicolo e l’operatore che lo stava accompagnando". Dieci anni cancellati in un colpo. 

La terza via e il dibattito sulle Rems - Il ministro dell'Interno Piantedosi, dopo l'aggressione di Milano, apre una riflessione sulla salute mentale. "C'è il tema chiusura dei manicomi, dopo la legge Basaglia credo vada riconsiderata una terza via con trattamenti delle persone che tengano in maggiore considerazione la sicurezza dei cittadini: è un fronte sul quale riflettere in futuro, ha detto. Ma per Bertolaso la terza via esiste già, sono le Rems, che andrebbero potenziate. "Sono piccole e soffrono problemi di finanziamento e di pianta organica. Probabilmente Piantedosi ha ragione - ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia -  bisogna regolamentare meglio quello che si fa nelle Rems, dotandole anche di organico pagando di più gli operatori". 

Cosa sono le Rems - Sono Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza, strutture sanitarie territoriali che ospitano persone con disturbi mentali che hanno commesso reati. Il loro scopo è offrire cure, trattamenti riabilitativi e assistenza in un ambiente sicuro, non punitivo, con personale sanitario presente 24 ore su 24. Sono previste dalla legge 81/2014 per accogliere le persone affette da disturbi mentali, autrici di reati, a cui viene applicata dalla magistratura la misura di sicurezza detentiva del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o l'assegnazione a casa di cura e custodia.Hanno sostituito gli Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) aboliti nel 2013 e chiusi definitivamente il 31 marzo 2015, anche se l’internamento nelle nuove strutture ha carattere transitorio ed eccezionale in quanto applicabile, si legge sul sito del ministero della Giustizia, "solo nei casi in cui sono acquisiti elementi dai quali risulti che è la sola misura idonea ad assicurare cure adeguate e a fare fronte alla pericolosità sociale dell'infermo o seminfermo di mente”.