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Abusi nella Chiesa, la Cei avvia la prima indagine nazionale

È il primo atto del cardinale Matteo Zuppi, neo presidente della Conferenza episcopale italiana. I vescovi approvano una "determinazione" per proteggere minori e persone vulnerabili.

matteo zuppi
Ansa

"Per noi, nella Chiesa, non c’è una prescrizione morale ma vogliamo fare le cose con serietà".

Lo ha detto il neo presidente della Cei, il cardinal Matteo Zuppi. Dai vescovi italiani arriva un documento che predispone cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili. Oltre a implementare la creazione dei centri di ascolto, che coprono il 70% delle diocesi italiane, l'assemblea dei vescovi ha deciso di vederci chiaro su abusi e delitti, presunti o accertati commessi da chierici nel periodo 2000-2021 custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

I vescovi si dicono "sensibili e vicini al dolore delle vittime e dei sopravvissuti a ogni forma d’abuso" e hanno ribadito la disponibilità "all’ascolto, al dialogo e alla ricerca della verità e della giustizia". Ecco perché nell'atto (letteralmente "una determinazione") sono contenute cinque linee di azione per contrastare il fenomeno, promuovendo ambienti sicuri e a misura dei più piccoli e vulnerabili.

 

Formazione per gli operatori pastorali - La prima azione consiste nel promuovere la cultura del rispetto, ancora più capillarmente, attraverso il potenziamento la rete dei referenti diocesani e dei relativi Servizi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Già costituita a partire dal 2019 in tutte le 226 diocesi italiane verrà infatti sostenuta con nuovi percorsi formativi rivolti agli operatori pastorali (sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, educatori, insegnanti di religione) e a chi è chiamato a occuparsi degli aspetti giuridici.

 

Centri di ascolto - Per accogliere e ascoltare quanti vogliono segnalare abusi recenti o passati, e indirizzare verso i professionisti più adatti alla situazione (medici, psicologi, accompagnatori spirituali, legali o forze dell'ordine) i vescovi si impegnano anche a implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane.

 

Monitoraggio permanente e trasparente - I Vescovi hanno anche deciso di realizzare un primo report nazionale sulle attività di prevenzione e formazione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni (2020-2021). I dati saranno raccolti e analizzati da un Centro accademico di ricerca. I report, che avranno una cadenza annuale, daranno un segnale di trasparenza, dal momento che saranno resi pubblici. Le Chiese che sono in Italia hanno accolto così l’invito rivolto da Papa Francesco alla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che ha chiesto “un rapporto sulle iniziative della Chiesa per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili”.

 

Dati custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede - Sarà possibile conoscere e analizzare, in modo quantitativo e qualitativo, i dati su presunti o accertati delitti perpetrati da chierici in Italia (nel periodo 2000-2021), che verranno custoditi presso la Congregazione per la Dottrina della Fede per garantire la dovuta riservatezza. L’analisi verrà condotta in collaborazione con Istituti di ricerca indipendenti.

 

Contrasto a pedofilia e pornografia minorile - Infine la Cei partecipa in qualità di invitato permanente all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, istituito con legge 269/1998. I Vescovi hanno preso atto con molto favore di questa possibilità di collaborazione con le istituzioni pubbliche per lo studio e il monitoraggio della prevenzione e il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno delle persone di minore età in tutta la società italiana.

 

 

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