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Morte Juan Carrito, l'automobilista sotto shock: "E' sbucato all'improvviso"

"La perdita rattrista non solo l'Abruzzo, ma il mondo intero che ha scoperto l'Abruzzo e la bellezza degli orsi attraverso i suoi numerosi video", ha detto il presidente della Regione Marsilio 

Sono usciti illesi dal violento impatto ma non smettono di piangere.

Sono ancora sotto shock i due giovani che hanno investito e ucciso Juan Carrito, l'orso "social" simbolo dell'Abruzzo. Al volante dell'auto, completamente distrutta nell'impatto con l'animale, c'era un cameriere 30enne di Castel di Sangro (L'Aquila). "Non l'ho proprio visto, è sbucato all'improvviso", le prime parole raccolte dai soccorritori, confermate dalla fidanzata che era a bordo della vettura-killer. "La perdita di Juan Carrito rattrista non solo l'Abruzzo, ma il mondo intero che ha scoperto l'Abruzzo e la bellezza degli orsi attraverso i numerosi video che lo ritraevano sin da cucciolo con i suoi fratelli e l'orsa Amarena", ha dichiarato il presidente della Regione Marco Marsilio.

 

Morte Juan Carrito, l'automobilista sotto shock: "E' sbucato all'improvviso"

 "E' stato investito da un residente del luogo, il presidente della provincia e sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, mi ha informato dell'evento, inviandomi dei video in cui si vedeva l'orso pesantemente colpito".  E' con queste parole che il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio dava l'annuncio del decesso sulla statale 17, la strada che collega Castel di Sangro a Roccaraso, di Juan Carrito, l'orso più noto e amato dell'Appennino.

 

L'animale sin dai primi momenti era apparso gravissimo, con le quattro zampe rotte, immobile sull'asfalto, in un angolo della carreggiata con la neve appena caduta: si divincolava muovendo solo la testa, un'agonia durata quasi due ore, che ha fatto scoppiare non poche polemiche anche sui soccorsi ritenuti poco tempestivi.

 

I primi riscontri, infatti, vedevano immediatamente sul posto le guardie del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e i carabinieri forestalicon i colleghi della Compagnia di Castel di Sangro che hanno subito confermato che si trattava di Juan Carrito e hanno atteso invano l'arrivo del veterinario del Parco.

 

La carcassa di questo orso bruno marsicano di 3 anni è stata poi trasferita nell'Istituto Zooprofilattico di Isernia per l'autopsia.

 

Juan Carrito, simbolo dell'Abruzzo, era diventato, suo malgrado, una star dei social e un'icona per la promozione della regione grazie alle sue apparizioni e alla convivenza ormai collaudata con la popolazione. Era uno dei quattro figli di Amarena, il più intraprendente, il più curioso.

 

Spesso, alla sera, arrivava in paese prima a Villalago e poi a Roccaraso e faceva scorribande, arrampicandosi sugli alberi e correndo per strada in contromano. La prima volta l'hanno avvistato a Bisegna, ma si spostava tranquillamente tra Roccaraso e Pescasseroli, nel Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. Per evitare le sue incursioni era stato necessario allontanarlo, far sì che tornasse sulle montagne del Parco, senza stare là dove invece vivono gli uomini.

 

 

Ma quell'orso, che ormai pesava 150 chili, aveva preso troppa confidenza: per lui era più semplice trovare il cibo nei pollai, nei cassonetti e nelle pasticcerie, piuttosto che procurarselo tra i boschi come tutti gli altri suoi simili.

 

Eppure Juan Carrito doveva tornare a fare l'orso e, dopo varie battute delle guardie del Parco impegnate a trovarlo sulle montagne di Roccaraso e 394 turni di controllo, era stato appositamente catturato e portato nei boschi della Maiella che non conosceva, tra gli altri esemplari di orsi bruni marsicani.

 

Catturato l'orso Juan Carrito, famoso per le sue "scorribande" nel centro di Roccaraso (L'Aquila)

E' stato catturato Juan Carrito, l'orso marsicano di due anni diventato una star sui social per le continue "scorribande" nel centro storico di Roccaraso (L'Aquila). L'animale, munito di radiocollare, ha due anni ed è figlio dell'orsa Amarena, madre di altri tre cuccioli, ora adulti. Con l'ausilio dell'elicottero dei carabinieri è stato trasferito in una località del Parco nazionale d'Abruzzo, in mezzo ai boschi, lontano da Roccaraso, dove era ormai di casa: quasi ogni giorno visitava negozi e scantinati alla ricerca di cibo.

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Intorno al collo, così da non perderne le tracce ed essere sicuri di rintracciarlo, aveva un collare con un gps, che negli ultimi tempi era stato sostituito da chip alle orecchie. Ma il primo tentativo di reinserimento nel suo habitat, dopo pochi mesi, era fallito: Juan Carrito, percorrendo centinaia di chilometri, era stato avvistato di nuovo a "casa sua", a Roccaraso.

 

Ha fatto il giro del mondo la sua foto alla stazione ferroviaria della cittadina sciistica, una delle tante volte in cui è stato immortalato a passeggio lungo i binari: era il 3 marzo del 2022. Nel 2021 era stato ripreso mentre giocava con un cane a pochi passi dalla padrona. Anche quelle immagini fecero il giro del web. E appena il 21 dicembre scorso ancora lui, il mitico Carrito, a cercar cibo a due passi dal ristorante pluristellato dello chef Niko Romito. Anche in questo caso, data la fama di Romito, fece il giro d'Italia il post che lo chef abruzzese gli dedicò su Instagram, entusiasta e "onorato" per la visita inaspettata.

 

L'ultimo avvistamento risale alla giornata di domenica sui campi da sci dell'Aremogna. Poi lo schianto fatale.

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