Chieti, "ci servono i soldi per sposarci" e costringe la fidanzata 18enne a prostituirsi
Studente universitario, prospettando alla giovane un futuro insieme, tramite annunci su Internet, per due anni le ha procacciato clienti in tutto l'Abruzzo: 250 euro a prestazione. Denunciato
Imprenditori, ristoratori, impiegati, professionisti.
Clienti senza scrupoli. Sei, sette incontri al giorno in hotel o auto tra Pescara, Chieti, Teramo, L'Aquila, Roma. Duecentocinquanta euro a prestazione. Questa è stata per un paio d'anni, a partire dal 2021, la vita di una giovane di Chieti, al tempo quasi 18enne, che si era innamorata di uno studente universitario pescarese di 8 anni più grande, il quale l'aveva costretta a prostituirsi perché "servivano i soldi per sposarsi". Soldi che lui regolarmente incassava. La giovane, solo ora, spinta dal nuovo fidanzato, ha denunciato questa vita d'inferno. E nell'incidente probatorio dinanzi al gip Andrea Di Berardino e al pm Lucia Campo ha confermato le accuse punto per punto. Il pescarese, oggi 28enne, è indagato dalla procura di Chieti per sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Era proprio il 28enne a gestire il giro di prostituzione nel quale aveva coinvolto la fidanzatina, conosciuta nell'agosto 2021 nel ristorante dove lavorava come cameriere e alla quale aveva promesso una vita insieme. La "scusa" era quella di reperire in fretta denaro per iniziare la convivenza, secondo le ricostruzioni riferite dai quotidiani locali.
E dalle accuse di lei, pare che il giovane gestisse direttamente gli appuntamenti tramite il numero di telefono pubblicato sui siti online di incontri. Una decina di clienti avrebbe ammesso agli inquirenti di aver versato il dovuto direttamente a lui. Un incubo per la ragazza durato un paio d'anni, finché non ha incontrato quello che è l'attuale fidanzato, al quale ha raccontato tutto.
Parte così la denuncia alla questura di Chieti e la giovane inizia un percorso terapeutico presso un centro anti-violenza. Davanti ai giudici, poi, conferma ogni accusa. Sarà ora il pm a decidere sul da farsi: rinviare a giudizio l'ex o archiviare.
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