Agguato a Pescara, le indagini puntano su un terzo telefonino trovato a terra e sfuggito al killer
Prosegue il lavoro degli investigatori sull'omicidio dell'architetto Walter Albi, mentre il ferito Luca Cavallito migliora ed è piantonato in ospedale con la vigilanza armata
Sono in lieve miglioramento le condizioni di Luca Cavallito, 49enne di Montesilvano (Pescara), colpito da almeno 6 colpi di pistola nell'agguato di lunedì 1° agosto, in un bar di Pescara.
L'ex calciatore, operato più volte, è ricoverato nel reparto di rianimazione del Santo Spirito di Pescara. Per lui è stato disposto un rafforzamento delle misure tutorie già in atto, con la vigilanza fissa armata. Nell'agguato di cui è stato vittima è stato ucciso l'amico 66enne, Walter Albi, architetto residente a Francavilla al Mare (Chieti). E mentre continua la caccia al killer, gli investigatori puntano su un terzo telefonino trovato sulla scena del crimine. Era a terra e forse è sfuggito al sicario che ha portato via dal tavolo quelli di Albi e Cavallito, oltre a un mazzo di chiavi.
Come riferisce Il Centro, il telefonino in questione era a terra, vicino ai corpi di Albi e Cavallito. I due, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti che hanno ascoltato e riascoltato parenti e amici, si conoscevano da anni per via di una amicizia fra i rispettivi padri e volevano realizzare nella zona del porto turistico di Pescara un albergo con casette sul mare.
Si segue la pista dell'esecuzione di stampo mafioso.
Intanto, a decidere di rafforzare il cordone di sicurezza attorno a Cavallito, ex calciatore di Viareggio, da tempo residente in Abruzzo, i vertici delle forze dell'ordine nella riunione tecnica convocata dal prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo.
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