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Verona, l'incubo di Ilaria: "Terrorizzata dal mio ex, ho paura per me e per i miei figli. Ma nessuno ci tutela"

A Tgcom24 la donna racconta il suo dramma: "Violenze verbali e fisiche. Picchiava i bambini con il telecomando, dava loro pugni e testate. Aiutateci". L'avvocato di Ilaria: "Spesso chi denuncia viene messo in dubbio e allora non chiediamoci perché tante donne vengono ammazzate"

Verona, l'incubo di Ilaria:
agenzia

Ormai da mesi vive nel terrore.

Il terrore di finire nella morsa del suo ex compagno. Ha paura. Paura di essere seguita, paura che lui possa fare del male a lei e ai loro figli. E' la storia di Ilaria (nome di fantasia), 42enne veronese e mamma di due bambini di 8 e 6 anni. "Ho deciso di dire basta alla sua violenza fisica e verbale nei nostri confronti. Ma adesso sono preda dell'angoscia, temo di trovarmelo davanti da un momento all'altro. L'ho denunciato per maltrattamenti e stalking, eppure non mi sento tutelata. Quest'uomo va fermato", dice la donna a Tgcom24. Le indagini disposte in merito al caso vanno avanti, ma aspettare è un'impresa ardua. Non è stata disposta un'ordinanza che impedisca all'uomo di avvicinarsi alla famiglia. Per questo Ilaria non si sente al sicuro neanche tra le mura di casa.

Ilaria, il suo è un accorato appello…
Sì, capisco le tempistiche e la necessità di appurare tutto da parte delle autorità, ma nel frattempo chiedo alle istituzioni di tutelare me e i miei bambini. Vivo un incubo ma è come se io fossi l'imputata, la pazza; mentre il mio ex compagno è libero di fare ciò che vuole e continua a rovinarci la vita.

Partiamo dal principio, quando è iniziato l'incubo?
Conosco il mio ex compagno da 20 anni, ma la nostra relazione è iniziata nel 2010. I problemi sono arrivati quasi subito, in concomitanza con la mia prima gravidanza. Tre anni fa, la sua aggressività verbale è degenerata in violenza nei confronti dei nostri figli.

Cioè?
Li picchiava con il telecomando, li prendeva a testate. E ancora pugni sulla spalla, pizzicotti. Si scagliava soprattutto contro il grande, ma non si risparmiava neanche con il piccolo: una volta gli ha dato una sberla facendogli uscire sangue dal naso. In quell'episodio siamo arrivati alle mani anche io e lui perché sono intervenuta per difendere mio figlio.

Assumeva gli stessi atteggiamenti anche con lei, quindi?
Era solito umiliarmi insultandomi a raffica e prendendomi a parolacce di fronte ai bambini. Mi diceva frasi come: "Sei una putt…", "Stai zitta", "Sei una str…", "Sei stupida", "Non sei capace di educare i tuoi figli", "Terrona di mer…", "Non capisci niente". Comportamenti ripetuti, che inevitabilmente vengono emulati dai ragazzi. Infatti, specialmente il piccolo, a volte, si rivolge a me nello stesso modo.

Oltre alla violenza verbale, ha subito anche quella fisica?
Mi strattonava, mi spingeva con forza. Inoltre, negli ultimi tempi, ha provato a mettermi incinta tre volte contro la mia volontà. Mi trattava come fossi un oggetto. Avevo paura di lui.

E lo ha denunciato?
Sì, la prima volta tre anni fa. Mi sono recata dai carabinieri con le foto dei maltrattamenti e me ne sono andata via con i bambini. Per cinque mesi ho vissuto in una casa famiglia. Intanto, è stato aperto un procedimento penale nei confronti del mio ex compagno e sono stati coinvolti anche i servizi sociali.

E poi cos'è successo?
Il mio ex ha iniziato un percorso terapeutico che sembrava stesse dando i suoi frutti. Davanti alla psicologa aveva perfino ammesso le sue colpe, aveva confessato i suoi "raptus" di violenza. Lo vedevo migliorato. Così, dopo qualche mese, ho deciso di dare un'altra possibilità al nostro rapporto per salvare la famiglia e siamo tornati a vivere insieme. Nel mentre, il procedimento ai suoi danni è stato chiuso. Ho pensato che si fosse trattato di un particolare momento della sua vita. Sbagliavo.

Perché?
Perché ha fatto il furbo. Aveva finto pacatezza e pentimento con me e con i bambini. Una volta chiuso il procedimento e ricominciata la convivenza, è tornato quello di prima. Ha smesso di andare dalla psicologa e si è rifiutato di continuare il percorso terapeutico di coppia. E, un po' alla volta, è tornato a essere violento. La verità è che lui ha fatto tutto questo solo per tornare con me. Ha sempre usato i figli come un mezzo, di loro non gli importa niente. Infatti le violenze più grandi le ha fatte a loro. Da dicembre dell'anno scorso la situazione è nuovamente degenerata. Finché il 30 marzo di quest'anno ho detto basta.

Cosa ha scatenato la sua reazione?
Il giorno del compleanno del mio figlio più grande, mentre i bambini erano in giardino, il mio ex è piombato come una furia e ha rotto un gioco del più piccolo. Il grande ha reagito e gli ha urlato in faccia: "Sei un imbecille, ti odio". A quel punto, il mio ex ha perso del tutto le staffe e lo ha preso per il collo, graffiandolo e strappandogli la maglietta. Il bambino è corso da me terrorizzato. Io ho fatto le foto dei maltrattamenti e nascosto la maglietta. Ho minacciato di chiamare i carabinieri, però mio figlio mi ha pregato di non farlo. Due giorni dopo, sono andata di nascosto a fare la denuncia. Quella stessa settimana, l'ennesima violenza verso uno dei miei bambini è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho chiamato immediatamente i carabinieri e lui da quel giorno non abita più con noi. Pensi che quando se n'è andato, il mio figlio più grande ha detto: "Finalmente mi posso rilassare". Per farle capire il timore che gli crea quell'uomo le dico solo che, proprio quella settimana, si è fatto la pipì addosso due volte vedendolo.

Ma l'incubo non è ancora finito… 
No. Lui tartassa di messaggi me e la mia famiglia. Non si tratta di minacce esplicite, ma subdole. Anche se ci siamo trasferiti appositamente, io sono convinta che lui sappia dove siamo, cosa facciamo. O ci segue lui o ci fa seguire da qualcuno.

Ha paura?
Sono terrorizzata da tutto, ho paura anche di parlare con lei in questo momento. Temo che mi controlli il telefono. Temo che arrivi qui all'improvviso. Anche la mia famiglia ha paura. E' una situazione di estrema emergenza, ma non vengo aiutata da nessuno. Sono sola. Quando l'ho denunciato per stalking i carabinieri mi hanno detto: "Ci vuole ben altro per lo stalking". Anche le psicologhe che l'hanno seguito e davanti alle quali lui ha ammesso le sue colpe in passato non si sbilanciano, al telefono con l'avvocato ammettono che lui è pericoloso, ma poi non sono disposte a dichiararlo ufficialmente perché hanno paura. E' tutto assurdo. Voglio che venga emesso un provvedimento e che le istituzioni mi aiutino a ricominciare una vita.

Tgcom24 ha sentito anche il legale e la psicologa di Ilaria. "Al di là dell'emissione di un provvedimento, che sicuramente nel caso concreto aiuterebbe, bisogna fare prevenzione e se necessario apportare delle modifiche normative a tutela dei denuncianti e soprattutto dei minori. In casi come quello di Ilaria, dovrebbero scattare tutta una serie di meccanismi a tutela del denunciante e dei bambini. Spesso, invece, chi denuncia viene messo in dubbio e allora non chiediamoci perché tante donne vengono ammazzate", spiega l'avvocato Sabrina Bonatti. Le fa eco la psicologa Giuliana Guadagnini: "È difficile uscire dal tunnel di violenza subita. Non sempre abbiamo in questi casi ferite visibili, ci sono ferite psicologiche che lasciano profonde cicatrici. Le vittime faticano a chiedere aiuto. Per questo, le donne che hanno il coraggio di denunciare vanno tutelate - con i loro figli - nell'immediatezza. Il tempo in questi casi è un fattore chiave. Prima che accadano fatti irreparabili è fondamentale che ci sia accoglienza e protezione delle vittime".