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Vaiolo delle scimmie, la circolare del ministero: tracciare i contatti, antivirali ai malati gravi e ipotesi vaccino

Il documento consiglia dispositivi di protezione per gli operatori sanitari e per il personale di laboratorio per il possibile contatto con il virus. Animali da compagnia, c'è il rischio spill-over 

Dal tracciamento dei contatti all'ipotesi vaccino, dalla gestione degli animali da compagnia alla protezione per medici e infermieri: per arginare la diffusione del vaiolo delle scimmie il ministero della Salute ha diffuso una circolare con le regole da seguire.

 

Contatti a rischio - In attesa di verificare la trasmissione del virus tra uomini, anche senza viaggi nelle zone in cui la malattia è endemica, nel documento  si sottolinea che è probabile che il contagio avvenga con contatti molto stretti, in particolare attraverso contatti sessuali. Sembra più la trasmissione in caso di "contatto con la pelle intatta", ma l'ipotesi non può essere esclusa. Il ministero chiarisce comunque che la trasmissione interumana "avviene attraverso il contatto stretto con materiale infetto" che arriva dalle lezioni cutanee di un malato oppure "attraverso droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia" e ancora per "contatto diretto con i fluidi corporei". 

 

Tracciamento e sorveglianza - Viene quindi consigliato di monitorare quotidianamente i contatti stretti delle persone malate per almeno 21 giorni, con particolare attenzione a eventuali sintomi, che vanno dal mal di testa alla febbre, dai brividi al mal di gola, alle eruzioni cutanee. In questi 21 giorni i contatti devono evitare di incontrare persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini sotto i 12 anni. Non devono inoltre donare "sangue, cellule, tessuti, organi, latte materne o sperma", anche se asintomatici. 

 

Viene indicato come fondamentale il tracciamento dei contatti per identificare nuovi casi, interrompere la trasmissione del virus e contenere l'epidemia. Gli ambiti da indagare con attenzione sono "famiglia, posto di lavoro, scuola, contatti sessuali, assistenza sanitaria, trasporti, sport, incontri sociali e qualsiasi interazione" utilizzando, tra gli strumenti, "liste passeggeri ed elenchi presenze". 

 

Ipotesi vaccinazione e antivirali - Si può considerare la vaccinazione entro 4 giorni dall'esposizione al virus "per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio" dopo aver attentamente valutato rischi e benefici. E può essere analizzato anche lo strumento di "contromisure di tipo medico-farmacologico, inclusi specifici antivirali" in particolare per chi ha sintomi gravi o per le persone immunodepresse. 

 

 

Animali da compagnia - Sul versante animali da compagnia, si sa poco su quali possano fare da "ospiti" per il virus del vaiolo delle scimmie. Il sospetto è che i roditori siano i più idonei a trasmettere il virus, con più probabilità di contagio dall'uomo agli animali (spill-over). Tale evento, si legge nella circolare, "potrebbe portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e la malattia diventare una zoonosi endemica". 

 

Operatori sanitari e dispositivi di protezione - Consigliabile che gli operatori sanitari indossino dispositivi di protezione individuale adeguati, dai camici ai guanti monouso, dai copriscarpe monouso alla mascherina Ffp2 alla visiera o agli occhiali per proteggere gli occhi: con tali attrezzature il rischio di contrarre il virus è molto basso. Il documento precisa che "il rischio per gli operatori sanitari che hanno contatti ravvicinati non protetti è valutato come moderato, equivalente a quello di un contatto ravvicinato". E aggiunge che "il rischio di esposizione professionale è stimato basso per il personale di laboratorio formato che segue procedure di biosicurezza adeguate" mentre in caso di "esposizione professionale non protetta in laboratorio" comporta "un'alta probabilità di infezione e un rischio moderato di malattia, pertanto il rischio per il personale di laboratorio è valutato come elevato". 

 

Virus resistente a lungo - Il ministero sottolinea poi che i virus come quello del vaiolo delle scimmie sono molto resistenti e oggetti che sono stati contaminati come "le lenzuola, rimangono infettivi a lungo". La circolare dà quindi consigli sulla pulizia della stanza in cui ha soggiornato un malato: va effettuata senza sollevare molta polvere "o provocare la formazione di aerosol con normali prodotti per la pulizia, seguiti da una disinfezione con ipoclorito di sodio allo 0,1%". I lavaggi di indumenti e biancheria vanno fatti a 60 gradi ed è consigliabile utilizzare "panni e spugne monouso" perché il virus è molto resistente anche ai disinfettanti. 

 

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