Il caso ha fatto discutere

Treviso, la maestra licenziata per il profilo su OnlyFans raggiunge l'accordo con l'asilo

Il legale della scuola: "L'ente ribadisce di non aver mai rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla vicenda, né alcun commento che possa aver messo in discussione l'operato della signora Maraga all'interno dell'istituto scolastico"

13 Set 2025 - 08:36
 © Instagram

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Elena Maraga, l'ex maestra di un asilo nido paritario cattolico della provincia di Treviso licenziata a causa della sua presenza sulla piattaforma OnlyFans, ha raggiunto un accordo con la scuola sulla cessazione del suo rapporto di lavoro, a partire dallo scorso mese di aprile. Lo ha comunicato la legale della scuola, Lucia Riedi. "L'ente - ha aggiunto l'avvocata - ribadisce di non aver mai rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla vicenda, né alcun commento che possa aver messo in discussione l'operato della signora Maraga all'interno dell'istituto scolastico".

La vicenda

 Dopo cinque anni di insegnamento a tempo indeterminato, Maraga aveva visto cessare il suo contratto in quanto la gestione sul profilo della piattaforma per adulti OnlyFans contrastava "con l'ispirazione cattolica che orienta l'indirizzamento educativo della scuola". "Come educatrice - aveva spiegato la maestra - non ho fatto mai mancare nulla né ai bambini né alla scuola".

La storia diventata un caso

 La sua storia, diventata un caso, anche mediatico, aveva creato polemiche e diviso l'opinione pubblica. La Fism - Federazione Italiana Scuole Materne - aveva annunciato di essere già al lavoro per produrre un codice etico per i docenti che dovrà evitare "comportamenti contrari al patto educativo". Mentre il presidente di +Europa, Matteo Hallissey, aveva parlato di "un caso da manuale di moralismo ipocrita" e aveva sottolineato che Maraga "non è stata licenziata per aver fatto male il suo lavoro - su questo non c'è alcuna contestazione - ma per aver infranto un tabù sociale: l'idea che una donna possa essere educatrice e allo stesso tempo padrona della propria immagine e sessualità".

Appena la vicenda era emersa, a sostenerla anche alcuni genitori, per i quali non era influente sulla sua attività educativa l'occupazione "esterna".

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