Morte dei coniugi Neumair, la lettera di Benno dal carcere: "Quando li ho uccisi ero fuori di me"
Il documento a "Mattino Cinque": "Li ho strangolati entrambi, ma ora si conosca anche la mia verità"
"Quando ho ucciso mio padre prima e mia madre poi, era come se fossi uscito dalla realtà". Nel giorno dei funerali a Bolzano di Peter Neumair e Laura Perselli, "Mattino Cinque" mostra la lettera del figlio Benno, in carcere per l'omicidio e l'occultamento dei loro cadaveri.
"So bene che è difficile veder riconosciuta la totale incapacità di intendere e di volere, che nulla mi risparmierà la pena che ho iniziato a scontare, ma è ora che si conosca anche la mia verità", scrive il 30enne. "Quel giorno ho avuto un blackout, mai avevo pensato di uccidere qualcuno, tantomeno i miei genitori. Sono stato risvegliato da mio padre in maniera energica e abbiamo avuto l'ennesima discussione per i soliti motivi. Non ci ho più visto, ho preso un cordino che avevo a portata di mano e con quello l'ho strangolato. A quel punto mi sono assopito a terra, accanto al suo corpo. A svegliarmi il telefono, era mia madre che mi diceva che stava rientrando in casa. Ho sentito la chiave nella toppa, l'ho vista e con il cordino ancora in mano ho strangolato anche lei, senza che nemmeno facesse in tempo ad accorgersene. È successo tutto in pochi minuti".
"Come un pendolo oscillo alternando momenti di profonda tristezza a frammenti di vita normale, con i miei compagni di cella", va avanti Neumair. "C'è chi sta bene, tutto sommato, dietro le sbarre. Io no, sono disperato".
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