Agguato Foggia, vietati i funerali pubblici per il boss Romito
Per i due contadini, inseguiti e giustiziati con ferocia perché testimoni oculari, le esequie si svolgeranno nel pomeriggio a San Marco in Lamis
Il questore di Foggia ha vietato i funerali pubblici per Mario Luciano Romito, il 50enne boss della malavita garganica, e il cognato Matteo De Palma, 44, uccisi mercoledì 9 agosto sulla strada tra San Marco in Lamis e Apricena. I bersagli dell'agguato mafioso sono stati sepolti all'alba nel cimitero di Manfredonia. Per i due contadini uccisi nell'agguato perché testimoni oculari, i funerali si svolgeranno nel pomeriggio a San Marco in Lamis.
Agricoltori inseguiti e giustiziati - Sono stati inseguiti e ammazzati con ferocia i due contadini di San Marco in Lamis. Secondo quanto è emerso dalle autopsie, i fratelli sono stati ammazzati dai killer con colpi sparati con il fucile d'assalto AK 47 Kalashnikov: Aurelio Luciani che aveva tentato di fuggire uscendo dall'auto, è stato raggiunto da due colpi al fianco e uno al gluteo; il fratello Luigi è stato ucciso con due colpi alla testa e uno alla nuca. Per loro è stato proclamato il lutto cittadino.
Le indagini degli investigatori sull'assassinio dei fratelli Luciani, intanto, si stanno indirizzando verso un possibile scambio di persona. I due contadini potrebbero infatti essere stati scambiati per persone vicine al boss Romito perché viaggiavano a bordo di un pick-up bianco, veicolo forse identico a quello utilizzato da gente conosciuta da Romito.
Gli inquirenti stanno anche verificando la circostanza della presunta presenza nella zona dell'agguato di una turista americana, che potrebbe aver incrociato i killer e potrebbe essere stata allontanata dal "commando" prima che venisse compiuta la strage.
Agguato San Marco in Lamis: tra le vittime anche il capo clan Romito
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