IL CASO

Travolta mentre soccorreva un animale, lo sfogo della mamma: "Cosa deve fare una persona per rimanere in carcere?"

A "Morning News" l'indignazione della famiglia di Noemi Fiordilino di fronte all'ipotesi di uno sconto della pena per il pirata della strada

26 Ago 2025 - 12:00
 © Da video

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"Oggi chiediamo giustizia, chiediamo che venga accertata la pena di quello che è attualmente il reo confesso". È questo l'appello dei familiari di Noemi Fiordilino, la 20enne travolta e uccisa il 29 marzo da un'auto lungo la strada che collega Lurago Marinone a Limido Comasco, in provincia di Como, dopo essersi fermata a soccorrere un coniglietto.

Alla guida della vettura coinvolta c'era Vincenzo Crudo, che dopo essere fuggito senza prestare soccorso era stato arrestato per omicidio colposo con aggravanti e a distanza di tre mesi dall'incidente aveva confessato.
Come raccontato a "Morning News", però, il pirata della strada potrebbe evitare il carcere grazie al tasso alcolemico di 1.46, di poco inferiore al limite di 1.50 per cui è richiesta una pena più severa. "Con il rito abbreviato l'indagato potrebbe ottenere una condanna inferiore ai 4 anni, richiedere l'affidamento ai servizi sociali e non fare neanche un giorno in cella", spiega il servizio della trasmissione di Canale 5.
Uno scenario visto con particolare indignazione dai parenti della vittima, i quali chiedono di affidarsi al livello di alcol presente nel sangue di Vincenzo Crudo alle 2.20, momento dell'incidente, e non di quello rilevato in caserma, un'ora e 40 dopo la tragedia.

"Chiediamo che il pm Ometto e il gip De Benedetto della procura di Como incarichino un perito in modo tale che venga fatta una verifica sul reale valore del tasso alcolemico di Vincenzo al momento dell'impatto e non un'ora e mezza dopo. Perché da questo dipende la sua pena e anche la nostra", esordisce la sorella di Noemi, Alyssa, durante il collegamento con lo studio di "Morning News".
E prosegue: "Noi abbiamo presentato una memoria difensiva, abbiamo già fatto tutta una serie di verifiche, abbiamo incaricato dei consulenti per delle perizie e chiediamo che queste nostre perizie vengano prese a cuore e che si proceda con un accertamento che dia giustizia a mia sorella".

La parola passa dunque alla mamma di Noemi, Cristina Bairati, che non nasconde la delusione: "Mi indigna di più sapere che questa persona ha commesso una serie di reati e che qualcuno gli abbia permesso di stare a casa. Sono ancora più indignata con le persone che gli hanno permesso di stare a casa".

Quindi, la donna spiega: "Questa persona doveva stare in carcere e invece gli sono stati concessi gli arresti domiciliari ed è potuta tornare a casa in macchina con i propri familiari, neanche scortato. Cosa deve fare una persona per rimanere in carcere? Mia figlia è in un cuore di legno a 20 anni e non ha fatto niente, non se l'è cercata. Lui è a casa con mamma e papà. In questo caso nessuno ci sta tutelando".

Evidenziando inoltre che quella notte Vincenzo Crudo era alla guida con la patente scaduta e una gamba ingessata, conclude: "Il pm Ometto e il gip De Benedetto devono capire che una ragazza di 20 anni non c'è più. Una persona che fa tutti questi reati e poi si trova a casa dà modo ad altri di commettere gli stessi reati. Noi l'ergastolo ce l'abbiamo e lui una pena la deve scontare, ma in carcere e non a casa. Quello che ha fatto è disumano".

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