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Trans manganellata a Milano, tre vigili indagati | Sala: "Aperto un procedimento disciplinare per gli agenti"

Il sindaco "anticipa" la magistratura che nel frattempo ha aperto un'inchiesta per lesioni aggravate

Sulla vicenda della trans manganellata a Milano tre vigili risultano indagati con l'accusa di lesioni aggravate (anche dall'abuso della pubblica funzione).

Sul caso è intervenuto nuovamente il sindaco Beppe Sala il quale ha annunciato l'avvio di un procedimento disciplinare per gli agenti di polizia locale coinvolti nella vicenda. "Il Comandante della Polizia Locale, Marco Ciacci, dopo aver raccolto informazioni, mi ha formalmente presentato un quadro più preciso dell'accaduto e ciò mi porta a confermare la valutazione del primo momento - ha spiegato in in una nota il sindaco -. Ritengo sia doveroso l'avvio del procedimento disciplinare di pertinenza dell'Amministrazione comunale, in attesa che l'Autorità Giudiziaria completi valutazioni più approfondite e intervenga con i provvedimenti di sua competenza".

 

 

La mossa de Comune

 Il sindaco Beppe Sala ha spiegato che "subito dopo aver visto le immagini diffuse da alcuni media ho dichiarato, pur senza conoscere i fatti nel dettaglio, che il comportamento di alcuni agenti della Polizia Locale appariva grave e non in linea con il modus operandi dei tanti 'ghisa' che quotidianamente si impegnano con dedizione per la nostra città". Per questo motivo il Comune ha deciso di mettere in atto un procedimento disciplinare nei confronti dei responsabili.

 

L'indagine della procura di Milano

 Intanto la procura di Milano ha aperto un'inchiesta sui tre agenti coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Giancarla Serafini dopo aver ricevuto una relazione degli investigatori della Polizia locale con l'indicazione delle presunte responsabilità degli agenti e le identificazioni precise ricostruite attraverso i frame dei video acquisiti. Dei tre agenti due, in particolare, come emerso dalle immagini, avrebbero avuto i comportamenti più violenti, tra manganellate, calci e spray al peperoncino spruzzato in viso, ma anche un terzo agente avrebbe partecipato. Mentre, come aveva riferito subito la stessa vittima 42enne in alcune interviste, la donna agente, presente al momento dell'aggressione, non avrebbe preso parte al presunto pestaggio.

 

La denuncia per lesioni, tortura e minacce

 Intanto, lunedì mattina la legale della donna, l'avvocato Debora Piazza, ha presentato denuncia con il referto delle lesioni (fondamentale per il proseguimento dell'inchiesta) indicando come reati le lesioni aggravate dall'abuso della pubblica funzione ma anche dalla discriminazione, la tortura e le minacce gravi. Secondo la donna e il suo legale, gli agenti si sarebbero accaniti su di lei in quanto transessuale. La tortura è stata indicata perché dopo il presunto pestaggio, ha chiarito l'avvocatessa, la donna "venne tenuta chiusa dentro l'auto dei vigili almeno 20 minuti", dopo che le avevano spruzzato "in faccia lo spray al peperoncino". Gli inquirenti, come era già emerso nei giorni scorsi, hanno deciso di contestare ai tre vigili le lesioni aggravate dal fatto che erano "più persone riunite" e dall'abuso di pubbliche funzioni. Con questo passaggio i vigili potranno essere interrogati alla presenza dei loro avvocati.

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