CASO ALLA CONSULTA

Toscana, paralizzata ha ok a suicidio assistito ma non può farlo fisicamente: chiede l'eutanasia

La donna, una 55enne affetta da sclerosi multipla a decorso progressivo primario, è ormai completamente paralizzata e si è rivolta alla Consulta affinché al suo medico fiducia venga concesso di somministrarle il farmaco letale

18 Giu 2025 - 10:37
 © Afp

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L'associazione Luca Coscioni lancia un appello per Libera (il nome è di fantasia), una 55enne toscana dal 2007 affetta da sclerosi multipla a decorso progressivo primario che l'ha resa completamente paralizzata. "Libera sta soffrendo a livelli insopportabili a causa della malattia e di ulteriori complicazioni, attende con urgenza l'intervento della Corte costituzionale per poter porre fine alle proprie sofferenze". La donna ha avuto l'ok per l'accesso al suicidio assistito ma le sue condizioni non le consentono di autosomministrarsi il farmaco letale. Vorrebbe lo facesse il suo medico di fiducia, per questo è ricorsa al tribunale di Firenze che ha poi sollevato una questione di costituzionalità. L'udienza in Consulta ci sarà l'8 luglio.

La donna nel marzo 2024 aveva fatto richiesta all'Asl di poter accedere al suicidio medicalmente assistito. Inizialmente il parere era stato negativo, per il rifiuto della 55enne di sottoporsi alla nutrizione artificiale con la Peg, interpretato come mancato soddisfacimento di uno dei requisiti previsti dalla sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale, nota come "Cappato/Dj Fabo". "Pretendono che io mi sottoponga a un trattamento sanitario invasivo contro la mia volontà per poi poterlo interrompere e ricorrere al suicidio assistito - aveva fatto sapere Libera in una nota diffusa dall'Associazione Luca Coscioni -. Tutto questo è crudele e umiliante. Io, a oggi, voglio solo essere libera di scegliere come e quando morire".

L'iter sembrava essersi sbloccato a luglio di un anno fa, alla luce della sentenza 135/2024 della Consulta che aveva esteso l'interpretazione del concetto di trattamento di sostegno vitale. Il problema è che Libera, per le sue condizioni fisiche, completamente paralizzata dal collo in giù, non può autosomministrarsi il farmaco ritenuto idoneo dall'Asl. Da qui il ricorso d'urgenza al tribunale di Firenze, per autorizzare il suo medico di fiducia. In subordine, spiega Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'associazione Coscioni e coordinatrice del team legale che assiste Libera, la richiesta era quella di "sollevare l'incidente di costituzionalità sul reato di omicidio del consenziente previsto dal codice penale". E così è stato. "L'ordinanza del tribunale - commenta Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Coscioni - pone una questione decisiva per il rispetto del diritto all'autodeterminazione nel fine vita. La Corte costituzionale da 8 anni esorta il legislatore a intervenire nel rispetto della libertà di scelta della persona malata".

Spetta al segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, ribadire la posizione della Chiesa sul fine vita: "Noi speriamo veramente che qualunque soluzione, qualunque decisione venga presa sia a salvaguardia della dignità umana". Parole che spingono il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a ricordare "la laicità dello Stato contro una trattativa con la Chiesa che porterebbe a una legge a ribasso". La presidente della Commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno conferma che il 17 luglio il testo sul fine vita approderà in aula al Senato. Una legge però che, sottolinea Fratelli d'Italia per voce del presidente della Commissione Affari Sociali Francesco Zaffini, non dovrà coinvolgere il servizio sanitario nazionale: "Il denaro pubblico non può essere speso per una prestazione che si traduce nel diritto di morire".

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