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Torino, uccise l'amante a martellate: Corte d'Appello conferma l'ergastolo

La donna aveva rifiutato la proposta di lasciare il marito e andare a vivere insieme

 Ambra Pregnolato
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La Corte di Assise d'Appello di Torino ha confermato l'ergastolo a Michele Venturelli, orafo 48enne, che il 21 gennaio 2020 uccise a colpi di martello Ambra Pregnolato, maestra di 41 anni.

Il movente? La donna aveva rifiutato la proposta di lasciare il marito e andare a vivere insieme. Dopo aver provato a depistare le indagini, il 48enne avrebbe anche tentato il suicidio. Durante la prima fase del processo venne fatta anche una perizia psichiatrica che confermò come l'orafo fosse in grado di intendere e volere. L'avvocato di Venturelli ha annunciato l'intenzione di fare ricorso in Cassazione.

Venturelli e la vittima si frequentavano dal 2015, prima come amici di famiglia, poi come amanti. L'uomo aveva anche iniziato a progettare di andare a vivere con lei, facendole lasciare il marito, con il quale aveva una figlia. Lei però non era convinta e quel 21 gennaio 2020 si erano incontrati nella casa della vittima per porre fine alla relazione. "Mi aveva detto che voleva provare a recuperare il matrimonio e che non se la sentiva di mollare tutto e andare a vivere da sola", raccontò l'orafo durante il processo di primo grado. 

Dopo il rifiuto della donna, Venturelli avrebbe perso la testa: la colpì 40 volte alla testa con un martello, ricostruzione poi confermata dalla perizia medico legale. "Non ricordo di averla colpita. Quando sono tornato in me ho visto quella scena, ero accanto a lei. C'era sangue. Non riuscivo a capire se quella fosse la realtà". Compiuto il delitto l'uomo provò a cambiarsi d'abito, usando i vestiti del marito di Ambra Pregnolato, ma, non riuscendoci, decise di tornare a casa. Lì si fece una doccia, si cambiò e provò a disfarsi dell'arma del martello e dei vestiti sporchi di sangue. 

Il cadavere della donna fu trovato dal marito, Fabio Tadde, di ritorno dal lavoro. I carabinieri iniziarono a interrogare parenti e amici della vittima. Il giorno successivo all'omicidio l'uomo provò a fuggire ma venne intercettato dalla Polfer alla stazione dei treni. Sentendosi braccato provò a buttarsi sono un treno

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