domiciliato nella Bergamasca

Sui social foto e video "jihadisti", 24enne perquisito dalla Digos

Al fine di eludere le attività investigative, il giovane marocchino aveva impostato sul suo profilo Facebook ulteriori restrizioni della privacy

01 Lug 2025 - 08:56
 © ansa

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Ha pubblicato su Facebook, in un profilo con circa 5mila follower, numerosi reel di propaganda jihadista, con canti e video che richiamano, tra l'altro, gesta di mujaheddin dello stato islamico, e autori di azioni suicide. Un 24enne di origini marocchine, già residente a Modena e ora domiciliato nella Bergamasca, è stato perquisito dalla Digos nell'ambito di un'indagine della Dda di Bologna per il reato di istigazione a delinquere commessa attraverso strumenti.

Il 9 dicembre 2023, ha postato una foto con una tastiera di un pc, un'effige dello stato islamico, sovrapposta a un Corano. A corredo, in arabo, c'erano frasi di critica al mondo e allo stile di vita occidentale, corrotti e ipocriti, contrapposti a quelli islamici, oppure canti islamici ritenuti dagli investigatori di carattere jihadista. A settembre 2022 pubblicò un testamento in arabo, dove diceva di pregare Allah "di perdonarmi e di rendermi uno di coloro che entrino nel paradiso".

In un altro reel pubblicato in data 10 febbraio 2024, veniva raffigurato un uomo che canta il nasheed: "Il nostro Stato è vittorioso, nel cui testo si afferma esplicitamente Il nostro stato è vittorioso. Saluti a Baghdad e i suoi eroi sono leoni, Cavalieri del martirio. Il nostro Stato è vittorioso. L'anima è In Yusufiyah. Il sangue del miscredente viene versato". L'immagine di accompagnamento riprodotta nel reel corrispondeva a quella di Abu Osama Al Tunisi, noto in rete quale combattente dello Stato islamico morto il 25 luglio 2017 in Siria.

Più in generale, l'analisi svolta sul profilo ha permesso di rilevare che tra gli oltre 300 reel pubblicati, più di 60 contenevano canti che, apparsi anche su piattaforme dello Stato islamico, aventi una connotazione di carattere jihadista. Sono in corso ulteriori attività di analisi del dispositivo telefonico sequestrato al giovane internauta a seguito della richiamata attività.

Al fine di eludere le attività investigative, il giovane aveva impostato sul suo profilo Facebook ulteriori restrizioni della privacy che non consentivano più la visualizzazione dei contenuti pubblicati, secondo un modus operandi riconducibile ad un consolidamento della sua visione integralista e nell'ottica della possibile scelta di prendere personalmente parte attiva nel jihad globale, obiettivo ultimo del processo di auto-radicalizzazione e auto-addestramento.

Tutti i descritti elementi investigativi hanno, quindi, portato all'esecuzione di una perquisizione (anche di natura informatica) su delega del pm Dambruoso, sostituto procuratore di Bologna, all'esito di una capillare e difficile attività svolta sul territorio, che solo recentemente ha consentito di individuare il giovane internauta - che nel frattempo si era più volte spostato all'interno del territorio italiano, sempre senza lasciare traccia dei suoi movimenti - in provincia di Bergamo.

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