A Brugine (Padova)

Il sindaco annuncia l'inizio della chemio, la Rete lo inonda di affetto

"Grazie, avete fatto la differenza". Questo il messaggio del primo cittadino sorpreso dall'appoggio ricevuto nella sua battaglia contro il linfoma

05 Set 2025 - 19:41
 © Instagram

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Nemmeno Michele Giraldo, quarantunenne primo cittadino di Brugine nel padovano, si aspettava di venire sommerso da una tale onda anomala di affetto. Lui quel post in cui raccontava di aver iniziato la chemioterapia l'aveva scritto più per dare forza a chi si trovava a lottare contro il suo stesso male, senza sospettare minimamente che le sue parole avrebbero avuto un tale risalto da interessare persino i media più mainstream. E invece eccolo, il giorno dopo, a raccontare sulle pagine del Corriere della Sera quanto sia carico per affrontare una battaglia che tuttavia non combatte da solo.

Un buon sindaco e forse non solo quello

 Al giornale Giraldo ha raccontato come si sia accorto di soffrire di un linfoma, un tumore maligno del sangue, che tuttavia non lo ha fermato dal continuare a compiere il suo dovere di amministratore nei limiti del possibile. Michele è ormai al suo terzo mandato da sindaco del paesino di settemila anime ma è anche un apprezzato geometra e, si presume, anche un essere umano meritevole di affetto visto quello che il suo post sui social ha generato.

Una diagnosi complicata da avere

  Migliaia di messaggi, non solo di concittadini, che gli chiedevano di non lasciarsi andare, di non mollare. Un qualcosa che Giraldo non sembra comunque intenzionato a fare: "Sono carico, carico, carico". Lo ha detto tre volte al suo intervistatore, quasi volesse rimarcare il concetto. Mai avrebbe forse immaginato di vedere la propria vita cambiare per quello che, tra aprile e maggio, sembrava un banale male alla guancia. "All’inizio non ci ho dato troppo peso ma il dolore persisteva. Sono andato dal medico che in un primo momento ha ipotizzato che si trattasse di parotite". Scoprire cosa ci fosse dietro la spia di quel male non è stato facile, nemmeno per lui che era abituato (da bravo donatore) a compiere periodicamente esami del sangue. Prima una ecografia, poi la risonanza magnetica e la tac, fino al responso tanto chiaro quanto inappellabile della biopsia: si trattava di un tumore, l'ospite indesiderato nel corpo di Michele era un linfoma.

Un primo passo in una battaglia in cui ha tanti alleati

 Il 4 settembre, una volta individuato l'avversario, Giraldo ha iniziato a combatterlo. Uno scontro doloroso, in cui per far male alla malattia bisogna inevitabilmente soffrire in prima persona, ma il nostro non pare disposto ad arretrare, aiutato anche dal reparto di ematologia dell’ospedale di Padova (dove assicura di aver trovato "persone straordinarie").

Il primo passo verso la guarigione è stato compiuto e comunicato attraverso le piattaforme social. Ora il cammino va continuato con fiducia ma Michele, come detto, non sembra tipo da abbattersi. Quel telefono che ha continuato a vibrare e squillare tutto il giorno lo ha preso come un segnale. Era una chiamata alle armi metaforica, lo sprone a non arrendersi, anche solo per non deludere tutti quelli che hanno creduto in lui, al punto da sceglierlo come proprio rappresentante più volte: "Ho capito quanto importante sia avere tante persone al proprio fianco, perché anche un singolo messaggio può fare la differenza e dare una forza straordinaria", spiega. L'intervista termina a quel punto con lui, Michele Giraldo, che per un attimo smette di pensare a sé, alla sua situazione, per lanciare un messaggio di speranza più ampio, che magari verrà letto e colto pure da chi sta facendo più fatica a gestire il proprio destino: "Sì, voglio lanciare un monito a quelle persone che non riescono a vedere luce in fondo al tunnel della malattia. Bisogna crederci sempre, con consapevolezza, certo, ma anche e soprattutto con coraggio. Con una buona dose di ottimismo si possono affrontare e superare anche i momenti più difficili". È questo il manifesto di Michele, sindaco e soprattutto essere umano, che ha solo iniziato a scrivere le prime pagine di quella che lui stesso definisce "la sua seconda vita". Ci sembra quasi pleonastico augurargli un meritato e sentito "in bocca al lupo".

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