In un'intervista l'attore ha condiviso notizie sulla sua salute, raccontando che affronta gli effetti a lungo termine del Covid
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Jeff Bridges è stato intervistato da People e ha fornito aggiornamenti sulle sue condizioni di salute dopo una lunga battaglia con il cancro che gli era stato diagnosticato nel 2020. In quello stesso periodo il mondo era in piena emergenza Covid che lui contrasse mentre faceva la chemioterapia. Oggi, cinque anni dopo, l'attore premio Oscar ha raccontato di sentirsi in buona salute, anche se ha ancora delle conseguenze dal virus: "Oggi è molto buona, mi sento bene, anche se ci sono alcune cose per cui è difficile capire se si tratti di post cancro, Covid, o se sia solo vecchiaia".
Tra gli effetti collaterali a lungo termine, Jeff Bridges ha raccontato: "Ogni tanto perdo la memoria" e poi ha aggiunto: "Non riesco a sentire gli odori. Mia moglie scherza con me, dice: 'Non mi faccio la doccia da giorni. Davvero non senti niente?'. Forse c'è anche un lato positivo, suppongo. Anche se a dire il vero a me il suo odore piace".
Tempo fa aveva raccontato sempre a People quello che era successo durante il terribile 2020: "Ero molto malato. Durante la chemioterapia ho contratto anche il Covid. Credevo, non solo di non riuscire a tornare a lavorare, ma di non farcela proprio. I dottori mi dicevano che dovevo lottare, che non lo stavo facendo. Ero in modalità di resa. Ricordo di aver pensato che muoiono tutti e forse quello era il mio momento, ma non è successo, ed eccomi ancora qua".
Nell'ottobre 2020, Jeff Bridges aveva annunciato sui social pubblicamente la diagnosi della malattia: "Come direbbe il Drugo, nuova m...a è venuta alla luce. Mi è stato diagnosticato un linfoma. Anche se è una malattia seria, mi sento fortunato ad avere un ottimo team medico e una buona prognosi. Ho iniziato il trattamento e vi terrò aggiornati sulla mia guarigione". Sul grande schermo, l'attore è stato protagonista in "La leggenda del re pescatore", "Crazy Heart", "Il grinta", Starman", "Tucker", ma è stato "Il Grande Lebowski dei fratelli Coen" il film che gli ha dato fama internazionale e imperitura. "Ancora adesso per la strada mi chiamano Dude (in italiano il nomignolo è stato tradotto in drugo, ndr) e si organizzano festival in suo onore, è stato scritto anche un libro, Two Gentlemen of Lebowski rivisitazione del classico shakespeariano". Esiste persino una religione, il dudeismo. "È come far parte di una grande famiglia. Qualche anno fa sono andato a uno di questi festival. Ho avuto il mio momento alla Beatles. Mi hanno annunciato: 'The Dude!'. Sembravamo tutti pazzi, tutti vestiti da bowling".