Messina Denaro, parla il nipote: "Qui Matteo fa ancora paura"
Giuseppe Cimarosa ha organizzato una manifestazione davanti a uno dei covi: "Tolti i giornalisti, i poliziotti e i bambini al seguito, c'erano 24 persone, mi aspettavo tutt’altra partecipazione"

Il nipote di Matteo Messina Denaro, Giuseppe Cimarosa, ribadisce la sua posizione contro la mafia e lo zio e, dopo la manifestazione organizzata davanti a uno dei covi, afferma: "Non si è trattato di una provocazione contro i mafiosi ma di un invito ai miei concittadini a essere più coraggiosi".
E chiarisce: "La mia iniziativa però non è stata molto partecipata. Per paura o anche per indifferenza. Capisco che per molti sia difficile esporsi, ma è necessario. La mafia fonda la sua forza sulla paura della gente".
Manifestazione e rabbia - Giuseppe Cimarosa è figlio di Rosa Filardo, cugina di primo grado di Matteo Messina Denaro: giovedì ha organizzato, davanti a uno dei covi del boss a Campobello di Mazara, una manifestazione, che non è andata benissimo a causa, spiega della paura e dell'indifferenza. "La gente forse adesso ha bisogno di un po' di tempo per ragionare e trovare un po' il coraggio. Io mi rendo conto che non è semplice, anche se non lo comprendo e mi fa un po' rabbia", ha detto Giuseppe.
Solo in 24 - Tolti i giornalisti, i poliziotti e i bambini al seguito, infatti, erano presenti 24 persone al punto che il commento di Giusepep Cimarosa è stato laconico: "Non è andata bene, mi aspettavo tutt’altra partecipazione. Peppino Impastato andava a gridare sotto casa dei mafiosi, noi ci accontenteremo di andare a dire che sta iniziando una nuova era e oggi festeggiamo la cattura di Matteo Messina Denaro", ha detto in un'intervista a La Stampa.
"La gente non deve avere paura" - "Se la gente smettesse di avere paura la mafia avrebbe più difficoltà a rigenerarsi", ha aggiunto Cimarosa, il cui padre Lorenzo è stato collaboratore di giustizia. "Noi da dieci anni, non avendo accettato il programma di protezione, abbiamo rischiato. Dopo l'arresto del boss mi sono reso conto di aver rischiato molto di più perché si nascondeva a pochi chilometri da casa mia. Che poi, in realtà non si nascondeva neanche", ha detto.
In pochi in piazza - Giuseppe aveva chiamato a raccolta i suoi concittadini con un appello su Facebook e ha persino telefonato al sindaco. L'appuntamento era alle quattro del pomeriggio in piazza Ruggero Settimo ma a parte qualche consigliere comunale e amici personali di Giuseppe, l’iniziativa non ha riscosso la partecipazione sperata.
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